venerdì 10 dicembre 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Ventitreesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci porta a riflettere sul cibo che ingeriamo:

Ottava parte della Prima Lettera ai Corinzi
  
1Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti scienza. 2Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere. 3Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. 4Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo e che non c'è che un Dio solo. 5E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori, 6per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui.

7Ma non tutti hanno questa scienza; alcuni, per la consuetudine avuta fino al presente con gli idoli, mangiano le carni come se fossero davvero immolate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com'è, resta contaminata. 8Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo un vantaggio. 9Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli. 10Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare a convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo debole non sarà forse spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? 11Ed ecco, per la tua scienza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! 12Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. 13Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.

COMMENTO

"Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!”

Questo è quanto disse Gesù alle folle: non è il cibo che mangiamo che contamina l'uomo, ma ciò che esce dalla sua bocca perchè è espressione di quanto contiene il suo cuore. San Paolo qui si limita a ricordare proprio questo, riguardo alle carni immolate agli idoli. Infatti, non vi sono idoli in cui crediamo se non il Padre nostro Celeste: per questo non vi è rischio alcuno nel mangiare queste carni.
Però, se c'è un fratello che potrebbe cadere nell'errore a causa nostra, sarebbe meglio astenersi. Nel nostro tempo, è difficile individuare situazioni simili e il tutto ha perso la sua importanza, considerando che non vi sono più idoli pagani come una volta. Perciò, il messaggio di oggi è lo stesso di Gesù: preoccupiamoci di quanto facciamo uscire dalla bocca per evitare di contaminarci sul serio!

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