martedì 14 dicembre 2010

Familiaris Consortio - La famiglia cristiana - V

Continuiamo il percorso inaugurato settimana scorsa e reimmergiamoci nelle parole della Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II. Vediamo oggi come Giovanni Paolo II abbia voluto soffermarsi sulla componente principale di una famiglia, l'amore. L'amore è qualcosa di spirituale che guida l'essere umano e che si pone come anello di congiunzione sia tra l'uomo e la donna nel matrimonio e sia tra l'uomo e Dio nella verginità. Tutto è amore, così il sesso è espressione proprio di quest'amore che Dio ci ha donato e che ci ha mostrato attraverso Gesù. Infatti, il sesso è proprio questo: non è un piacere biologico od un unione meccanica come la pornografia mostra. Il sesso è un unione profonda, un donarsi vicendevolmente e raggiunge la sua completa evoluzione solamente nel matrimonio poiché all'interno di esso vi è la promessa eterna di un reciproco aiuto e di una reciproca donazione: attraverso questa donazione vicendevole frutto dell'amore coniugale nasce la scintilla della vita! Purtroppo oggi si è persa questa conoscenza e il sesso sta assumendo un significato molto lontano dal disegno di Dio, divenendo solo una valvola di sfogo e di piacere puramente fisico; inoltre la perversione dell'uomo sta distorcendo sempre più quest'atto di amore relegandolo ad un business come la pornografia che rappresenta il momento più perverso e distorsivo del sesso. Tutti sono ammaliati da questo e la maggior parte degli uomini e delle donne ricerca il puro piacere sessuale, al di fuori di ogni unione reale. E se ciò non bastasse, si giustifica tutto questo con la modernità dei tempi, come se il disegno di Dio possa esser modificato a nostro piacimento.
Giovanni Paolo II si sofferma anche sull'importanza del matrimonio non come una forma di intrusione civile, ma come esigenza interiore del patto d'amore coniugale che pubblicamente si afferma come unico ed esclusivo perché sia vissuta così la piena fedeltà al disegno di Dio Creatore.:

PARTE SECONDA

IL DISEGNO DI DIO SUL MATRIMONIO E SULLA FAMIGLIA

L'uomo immagine di Dio Amore

11. Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza (cfr. Gen 1,26s): chiamandolo all'esistenza per amore, l'ha chiamato nello stesso tempo all'amore.

Dio è amore (1Gv 4,8) e vive in se stesso un mistero di comunione personale d'amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell'essere, Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione (cfr. «Gaudium et Spes», 12). L'amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano.

In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito immortale, l'uomo è chiamato all'amore in questa sua totalità unificata. L'amore abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell'amore spirituale.

La Rivelazione cristiana conosce due modi specifici di realizzare la vocazione della persona umana, nella sua interezza, all'amore: il Matrimonio e la Verginità. Sia l'uno che l'altra nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell'uomo, del suo «essere ad immagine di Dio».

Di conseguenza la sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrale dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte. La donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente.

Questa totalità, richiesta dall'amore coniugale, corrisponde anche alle esigenze di una fecondità responsabile, la quale, volta come è a generare un essere umano, supera per sua natura l'ordine puramente biologico, ed investe un insieme di valori personali, per la cui armoniosa crescita è necessario il perdurante e concorde contributo di entrambi i genitori.

Il «luogo» unico, che rende possibile questa donazione secondo l'intera sua verità, è il matrimonio, ossia il patto di amore coniugale o scelta cosciente e libera, con la quale l'uomo e la donna accolgono l'intima comunità di vita e d'amore, voluta da Dio stesso (cfr. «Gaudium et Spes», 48), che solo in questa luce manifesta il suo vero significato. L'istituzione matrimoniale non è una indebita ingerenza della società o dell'autorità, ne l'imposizione estrinseca di una forma, ma esigenza interiore del patto d'amore coniugale che pubblicamente si afferma come unico ed esclusivo perché sia vissuta così la piena fedeltà al disegno di Dio Creatore. Questa fedeltà, lungi dal mortificare la libertà della persona, la pone al sicuro da ogni soggettivismo e relativismo, la fa partecipe della Sapienza creatrice.

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