venerdì 3 dicembre 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Ventiduesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci porta alla lettura di alcuni consigli di vita da parte di San Paolo:

Settima parte della Prima Lettera ai Corinzi
 

1Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non toccare donna; 2tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.

3Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. 4La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. 5Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. 6Questo però vi dico per concessione, non per comando. 7Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.

8Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; 9ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.

10Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - 11e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie.

12Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi; 13e una donna che abbia il marito non credente, se questi consente a rimanere con lei, non lo ripudi: 14perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono santi. 15Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio vi ha chiamati alla pace! 16E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie?

17Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese. 18Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! È stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si faccia circoncidere! 19La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio. 20Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. 21Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione! 22Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di Cristo. 23Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini! 24Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato.

25Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. 26Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere così. 27Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla. 28Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele.

29Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; 30coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; 31quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! 32Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; 33chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, 34e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. 35Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.

36Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell'età, e conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure! 37Chi invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità, ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene. 38In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio.

39La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore. 40Ma se rimane così, a mio parere è meglio; credo infatti di avere anch'io lo Spirito di Dio.

COMMENTO

Quelli di oggi sono alcuni consigli che riguardano la sfera matrimoniale e la condizione sessuale dell'uomo. In particolare, San Paolo ci tiene a sottolineare che il matrimonio non è certamente sbagliato, ma allo stesso modo precisa che sarebbe meglio vivere una vita di castità poiché la castità è una delle chiavi per giungere ancora più vicino a Dio. Molti oggi discutono del celibato dei sacerdoti: beh, in questo passo, troviamo un altro fondamento alla giustezza del celibato e della castità: difatti, l'uomo che si sposa, prende con sé una donna che ha delle ovvie necessità e si prende cura di lei e della famiglia nascente. Per cui, è chiaro che un uomo con famiglia a carico, avrà preoccupazioni familiari che lo imbriglieranno fino a distoglierlo dall'attenzione verso le cose del Padre Celeste. Dunque, il celibato sacerdotale è atto proprio ad impedire che si venga distratti da preoccupazioni e pensieri generati dalla famiglia, dando così la possibilità al sacerdote di occuparsi meglio delle cose di Dio e ovviamente dei fedeli. 
Tra gli altri consigli, vediamo come San Paolo non condanni assolutamente le unioni miste, cioè tra credenti e non credenti, poiché il non credente diviene santificato dal credente; l'unico motivo che potrebbe spingere a non accettare queste unioni è il fatto che il non credente si voglia separare. E poi va rimarcata la possibilità di nuove nozze per i vedovi e l'esortazione di San Paolo a cercare di vivere, anche se sposati, come se non lo si fosse, per evitare di essere distorti dalle preoccupazioni di questo mondo. 

In sostanza i principi-base di quest'oggi sono la libertà di matrimonio poiché esso è un unione innalzata a Sacramento da Gesù Cristo e la bellezza della castità e della purezza, ritenute virtù superiore anche alla condizione di sposato. 


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