mercoledì 30 giugno 2010
"La ultima cima"
Dal sito di Rino Camilleri:
Leggo su Zenit.org del 9 giugno 2010 che a Madrid un film sulla vita di un prete morto lo scorso anno («La última cima») in un incidente di montagna (don Pablo Domínguez amava scalare) è stato, ovviamente, proiettato in sole quattro sale. Perché, una volta tanto, parlava bene di un prete. Ma l'affluenza è stata tale che adesso sono oltre cinquanta le sale che, in tutta la Spagna, faranno posto al film in questione togliendo pure i kolossal in 3D. Nella Spagna di Zapatero e di Almódovar (ma anche di Amenábar, quello di «Agorà») il regista Juan Manuel Cotelo «riferisce di essere uscito per strada con la sua telecamera e di aver scoperto che otto persone intervistate su dieci avevano una buona opinione dei sacerdoti». Non solo. Prima delle sale, boom su Internet: nelle tre settimane precedenti l'uscita, «il trailer è stato scaricato più di 200mila volte». Nulla di nuovo sotto il sole. Sono tre secoli che le élites vanno da una parte e il popolo (che dicono di rappresentare) da tutt'altra.
Ringrazio Daniele per avermi segnalato questo pezzo che segnala il distacco delle casi di produzione dal popolo. In realtà i messaggi che il cinema cerca di dare ultimamente sono tutt'altro che religiosi o pacifici: l'altro giorno facevo una rassegna degli ultimi titoli e mi sono reso conto che non c'era un film che non trattava di violenza o di sesso o di droga ecc... Insomma, non c'è un film fatto a modo giusto che tocca le problematiche attuali senza scadere nella volgarità e nella blasfemia.
Per una volta che viene realizzato un film nel quale veniva posto sotto la luce la buona condotta di un sacerdote, questo film viene ignorato e in qualche modo censurato. Ovviamente sappiamo che ciò che fa girare il tutto è sempre il danaro e non appena si è avuto un boom di incassi, le sale si sono misteriosamente triplicate.
Altro dato interessante è l'opinione della gente sui sacerdoti: otto su dice hanno una buona opinione. Sarebbe già un miracolo visto gli ultimi avvenimenti che hanno portato una ventata di odio e di atteggiamento irrispettoso: ma perchè allora ciò che viene evidenziato sono i due che rispondono male? Se otto su dieci dicono di avere una buona opinione sui preti, perchè i mass media invece si soffermano sui due su dieci che non hanno una buona opinione dei preti? Anche qui mistero della vita: fa più notizia l'odio verso i sacerdoti piuttosto che il bene verso di essi. Ma questa non è una novità: fra tutto il bene che la Chiesa compie nel mondo, cosa viene posto in risalto? Lo scandalo e l'errore. Ormai dobbiamo abituarci a vedere ingigantite le questioni contro la Chiesa e minimizzate le questioni a favore della Chiesa: cosa dobbiamo fare allora? La risposta è forse insita nel post del giorno di oggi: come affermato dal Papa Benedetto XVI, la risposta è una nuova evangelizzazione del mondo occidentale ormai secolarizzato e direi io, quasi scristianizzato. Per far sì che a far notizia non siano più gli scandali, ma le opere misericordiose.
Leggo su Zenit.org del 9 giugno 2010 che a Madrid un film sulla vita di un prete morto lo scorso anno («La última cima») in un incidente di montagna (don Pablo Domínguez amava scalare) è stato, ovviamente, proiettato in sole quattro sale. Perché, una volta tanto, parlava bene di un prete. Ma l'affluenza è stata tale che adesso sono oltre cinquanta le sale che, in tutta la Spagna, faranno posto al film in questione togliendo pure i kolossal in 3D. Nella Spagna di Zapatero e di Almódovar (ma anche di Amenábar, quello di «Agorà») il regista Juan Manuel Cotelo «riferisce di essere uscito per strada con la sua telecamera e di aver scoperto che otto persone intervistate su dieci avevano una buona opinione dei sacerdoti». Non solo. Prima delle sale, boom su Internet: nelle tre settimane precedenti l'uscita, «il trailer è stato scaricato più di 200mila volte». Nulla di nuovo sotto il sole. Sono tre secoli che le élites vanno da una parte e il popolo (che dicono di rappresentare) da tutt'altra.
Ringrazio Daniele per avermi segnalato questo pezzo che segnala il distacco delle casi di produzione dal popolo. In realtà i messaggi che il cinema cerca di dare ultimamente sono tutt'altro che religiosi o pacifici: l'altro giorno facevo una rassegna degli ultimi titoli e mi sono reso conto che non c'era un film che non trattava di violenza o di sesso o di droga ecc... Insomma, non c'è un film fatto a modo giusto che tocca le problematiche attuali senza scadere nella volgarità e nella blasfemia.
Per una volta che viene realizzato un film nel quale veniva posto sotto la luce la buona condotta di un sacerdote, questo film viene ignorato e in qualche modo censurato. Ovviamente sappiamo che ciò che fa girare il tutto è sempre il danaro e non appena si è avuto un boom di incassi, le sale si sono misteriosamente triplicate.
Altro dato interessante è l'opinione della gente sui sacerdoti: otto su dice hanno una buona opinione. Sarebbe già un miracolo visto gli ultimi avvenimenti che hanno portato una ventata di odio e di atteggiamento irrispettoso: ma perchè allora ciò che viene evidenziato sono i due che rispondono male? Se otto su dieci dicono di avere una buona opinione sui preti, perchè i mass media invece si soffermano sui due su dieci che non hanno una buona opinione dei preti? Anche qui mistero della vita: fa più notizia l'odio verso i sacerdoti piuttosto che il bene verso di essi. Ma questa non è una novità: fra tutto il bene che la Chiesa compie nel mondo, cosa viene posto in risalto? Lo scandalo e l'errore. Ormai dobbiamo abituarci a vedere ingigantite le questioni contro la Chiesa e minimizzate le questioni a favore della Chiesa: cosa dobbiamo fare allora? La risposta è forse insita nel post del giorno di oggi: come affermato dal Papa Benedetto XVI, la risposta è una nuova evangelizzazione del mondo occidentale ormai secolarizzato e direi io, quasi scristianizzato. Per far sì che a far notizia non siano più gli scandali, ma le opere misericordiose.
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1 commenti:
Non mi stupisco dato che il demonio controlla i produttori cinematografici e i media...
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