domenica 23 maggio 2010

Ricordando Giovanni Falcone

Diciotto anni fa, moriva uno degli uomini più onesti che l'Italia abbia mai visto: Giovanni Falcone. GIovanni è stato un coraggioso giudice antimafia che ha sacrificato tutta la sua vita per riportare la giustizia, la legalità in quei territori abbandonati dalla legge (e io aggiungerei, dallo Stato). Giovanni amava la sua terra, la Sicilia e aveva con il suo amico fraterno Paolo Borsellino, un sogno: togliere dalla sua terra, quella cappa che la soffocava.

Il suo vecchio procuratore capo Rocco Chinnici (morto anch'egli per mano della mafia) diceva: "Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai". 
Giovanni Falcone fece proprio questo: egli voleva dar l'avvio ad una rivoluzione culturale che finalmente aveva il coraggio di ammettere la mafia, il suo essere un cancro della società: e da lì, arrivare a combatterla e a sconfiggerla perchè, come diceva lui: "La mafia è una cosa umana e come tutte le cose umane ha un inizio e una fine".
Si apprende anche che, forse, vi è un coinvolgimento dello Stato nella morte di Giovanni: non voglio nemmeno commentare una notizia simile perchè se fosse vera, sarebbe uno squallore ed una vergogna indicibili poichè Giovanni era un servitore dello Stato.

Gesù disse: "Nessuno ha un amore piu'grande,dare la vita per i propri amici". Giovanni ha fatto proprio questo e oggi noi gliene diamo merito, ricordandolo come un esempio civile da seguire per la sua onestà e per il suo altruismo. E vogliamo ricordarlo attraverso le sue stesse frasi, divenute celebri e sinonimo di lotta alla mafia:

 “Chi ha paura muore ogni giorno”

“Ogni uomo ha il compito di compiere il proprio dovere anche se porta a grandi sacrifici,questo ci distingue tra gli altri”

“Noi tutti abbiamo piena coscienza di quello che facciamo e cosa rischiamo ma lo facciamo per il bene dello Stato”.

 “Gli uomini passano ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”

"La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni"

" La lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, la lotta alla mafia deve coinvolgere l’intero palazzo. All’opera del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere. Se pulisci una stanza non puoi ignorare che altre stanze possono essere sporche, che magari l’ascensore non funziona, che non ci sono le scale… Io vado a Roma per contribuire a costruire il palazzo. Un’affermazione del genere mi costa molto, ma se le istituzioni continuano nella loro politica di miopia nei confronti della mafia, temo che la loro assoluta mancanza di prestigio nelle terre in cui prospera la criminalità organizzata non farà che favorire sempre di più Cosa Nostra. Temo che la magistratura torni alla vecchia routine: i mafiosi che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro dall’altro, e alla resa dei conti, palpabile, l’inefficienza dello Stato. L’impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata è emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall’impressione suscitata da un dato crimine o dall’effetto che una particolare iniziativa governativa può suscitare sull’opinione pubblica. Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere."

GRAZIE GIOVANNI E POSSA TROVARE TU CONFORTO E RIPOSO TRA LE BRACCIA DEL PADRE CELESTE! 

 

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