giovedì 25 marzo 2010

Pecore in mezzo ai lupi

Oggi, il mio caro amico Mik, mi ha reso partecipe di un salmo che voglio condividere anche con tutti voi che seguite:

Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;

sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.

Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Piangevo su di me nel digiuno,
ma sono stato insultato.

Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato per loro oggetto di scherno.

Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi deridevano.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.

Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde.

Non mi travolga la corrente,
l'abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca.



Non pensavo che un giorno, anche io, mi sarei immedesimato in queste parole. Il mondo non ci vuole, il vicino ci espelle, l'amico ci prende per pazzi e il parente non ci capisce.  Mik ha avuto un esperienza di solitudine di cui ovviamente non posso parlarvi, ma che però mi ha confermato ciò che anche io provo e sento. Finora sono stato costretto ad agire quasi nell'ombra, conservando gelosamente l'anonimato: nessuno che mi conosce, sa ciò di cui mi sto occupando. Fa tristezza vedere che ciò che dovrebbe essere naturale, oggi è da pazzia. Seguire Gesù è l'unica cosa che davvero conti in questo mondo eppure chi lo segue, quasi si vergogna di mostrarlo. Si chiude in sé stesso, nella preghiera, ma dall'ambiente esterno proviene il grido di solitudine in cui viene lasciato. Quasi come seguire Gesù sia una cosa da nascondere, da fare in gran segreto. Ho parlato con molti ragazzi che mi hanno seguito da quando ho aperto il blog iniziale. E molti di essi mi hanno confessato la solitudine, la paura persino di raccontare queste cose in casa, con i propri familiari. Nemmeno i genitori riescono a capire e talune volte, nemmeno i preti! Si, alcuni preti nemmeno comprendono cosa vuol dire seguire Gesù perchè si sono secolarizzati e mescolati nella società odierna. Mi ricordano gli uomini della Chiesa che, vedendo Francesco di Assisi, si scandalizzavano e mi ricordano i farisei che puntavano i loro sguardi sulle formalità e apparenze, dimenticandosi il cuore della Bibbia e il cuore di Dio (tanto duri erano da non riconoscere nemmeno il Messia!)
Gesù però ci aveva messi in guardia: ci aveva detto che saremmo stati come pecore in mezzo ad un branco di lupi. E così è. Siamo giudicati da tutti e insultati a priori, su pregiudizio, senza nemmeno lo sforzo di conoscere i nostri cuori e i nostri pensieri. Però, nonostante tutto, nonostante la solitudine, gli insulti, le facce storte, i capi che si scuotono e i familiari che non comprendono, io posso dire di essere felice di essere una pecora del gregge di Dio. Sono fiero di essere una pecora del gregge del Pastore Gesù. Sono pronto a lasciare ogni cosa, la mia vita, i mie beni, i miei affetti e tutto questo perchè io ho trovato la Luce di questo mondo. Un mondo crudele, immorale, insano (basta guardare chi ci governa) che però è illuminato da una Luce di speranza, di amore e di gioia e quella Luce splendente e folgorante è Gesù Cristo. 
Perciò vi dico: insultatemi, ignoratemi, prendetemi in giro, ma non mi fermerete e né mi farete cambiare idea: perchè l'amore, quello vero, non è in voi e né nelle cose che possedete: l'Amore vero, con la A maiuscola, è solo Dio capace di inondare il cuore di amore e capace di farci sentire la Sua consolazione. Io gli rendo testimonianza e sempre lo farò, fino a quando avrò respiro, fino a quando Lui vorrà! 

4 commenti:

Mikhael ha detto...

Hai ragione, hai proprio perfettamente ragione... Solo chi vive la nostra situazione può capire come ci sentiamo soli. Perché sì, io mi sento solo, specialmente quando torno a casa e volgo il mio sguardo verso il mondo, mi sento terribilmente solo. Nessuno comprende il dramma della solitudine che noi viviamo, specialmente quando vediamo gente che si chiude nelle loro mentalità umane, gente che non è capace di pensare secondo Dio, ma solo secondo un pensiero perverso e materialista. La Parola di Dio non è una chiacchiera da discutere con degli amici al bar, la Parola di Dio è una cosa seria che va presa in considerazione e va realizzata. Io mi guardo attorno, ma vedo solo le solite sciocchezze... non vedo concretezza, né serietà nella realizzazione della volontà di Dio. Tutto quello che vedo è una corsa sfrenata verso le cose del mondo. Ora capisco perché Gesù disse ai suoi discepoli di prendere una sola tunica, bisaccia e bastone, perché il superfluo è dannoso. Occorre l'essenziale. Ma nessuno più è capace di pensare all'essenzialità, ora tutti hanno la cultura del troppo avere e chi se ne importa del povero sotto casa? Chi se ne importa di ascoltare i bisogni degli altri e magari cercare di aiutarlo? L'obiettivo della Vigna è proprio questo: Fare quello che gli altri non fanno. E speriamo davvero nel Signore che un giorno potremo realizzare questo progetto.

Angel ha detto...

Pensa che questa mattina ho provato proprio queste cose nel mio cuore... Meno male che la solitudine è limitata grazie a voi e grazie ovviamente a Gesù e al Padre che ci sono sempre vicini e che presto torneranno da noi per sempre. Certo, Dio volendo la Vigna farà proprio quello che il mondo di oggi si è dimenticato di fare...

Gianna ha detto...

Siamo soli anche in mezzo a tanta gente!
Ho un post pronto sulla solitudine...involontaria.
Buona serata, cari amici.

Angel ha detto...

Hai ragione, purtroppo... Buona serata anche a te!

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