"HA PARLATO PER MEZZO DEI PROFETI"
RIVELAZIONE E ISPIRAZIONE
Abbiamo visto, nei capitoli precedenti, il significato di quelle parole del Credo in cui si dice: Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita.
Ora vorrei meditare con voi le altre, che dicono: "ed ha parlato per mezzo dei profeti". Con questa espressione la Chiesa proclama la sua fede nella divina rivelazione e nella ispirazione della Bibbia. Sono due realtà molto interessanti per la nostra vita cristiana.
Dico due realtà perché altro è la divina rivelazione, altro l'ispirazione della Bibbia.
La fede cattolica proclama che alla fonte di queste due realtà sta l'azione divina dello Spirito Santo.
1° - La prima realtà è la divina rivelazione.
Che cosa intendiamo noi con queste parole? Immaginatevi di essere in una piazza all'inaugurazione di un monumento. La statua è coperta da un velo tricolore che la nasconde ai nostri occhi. Il sindaco tira una cordicella ed il velo cade a terra e vien tolto. Ed ecco appare il monumento in tutta la sua bellezza. La gente batte le mani felice e lo scultore della statua viene congratulato da tutti. E' commosso per la gloria che ne riceve. Poi il sindaco fa un discorso e spiega il perché di quel monumento illustrandone il significato. Così tutta la gente lo capisce e lo ammira ed ogni volta che passa da quel luogo, guardando quel monumento, rivive l'avvenimento che esso ricorda, il fatto glorioso o la persona famosa alla cui memoria e gloria è stato innalzato.
Ebbene, Dio ha fatto proprio così nella storia della salvezza. Egli ha innalzato numerosi monumenti per richiamare il suo amorevole disegno paterno verso l'uomo peccatore: la sua volontà di salvarlo ad ogni costo. Questi monumenti sono i grandi fatti storici che costellano i secoli della vicenda umana, da quando siamo stati creati fino all'ultimo giorno del mondo. Con linguaggio biblico-liturgico vengono chiamati "memoriali".
Il monumento centrale è la Croce Gloriosa di Cristo, ossia il mistero dell'Incarnazione, della Passione, della Morte, della Risurrezione, della Glorificazione di Gesù e dell'effusione dello Spirito Santo ai credenti. Ma attorno a questo avvenimento centrale e fondamentale ce ne sono molti altri sia nell'Antico, come nel Nuovo Testamento. Ebbene Dio si è servito di alcuni uomini per rivelarci il mistero racchiuso in questi fatti. Con le parole Egli ha tolto il velo che copriva questi misteri. Ecco da dove viene la parola rivelazione: significa appunto togliere il velo perché tutti possano vedere quello che Dio ha fatto, fa e continuerà a fare per tutti noi e per ciascuno di noi!
Gli uomini che hanno prestato la loro voce a Dio si chiamano ro eti. (Profeta vuol dire: colui che parla in nome di Dio).
In questi "profeti" Dio ha agito in tempi e modi diversi.
- A volte appariva loro in visione e rivelava loro i suoi progetti: così ha fatto con Abramo e Mosè.
- A volte, invece, li illuminava nel sonno con sogni che non erano frutto della fantasia, ma che venivano da Dio: così accadde a Giuseppe l'ebreo, quello che venduto dai fratelli divenne vicerè dell'Egitto. E così accadde anche a San Giuseppe, lo sposo di Maria.
- Altre volte ancora Dio illuminava la mente del profeta facendogli capire la divina volontà, il disegno della salvezza, i progetti del suo cuore. Allora il profeta si sentiva invaso da una luce interiore sconosciuta e soprannaturale e sapeva con certezza assoluta che in quel momento Dio parlava dentro di lui e lo spingeva a proclamare le parole del Signore al popolo. Così accadde ad Isaia, a Geremia ed a tanti altri profeti.
- Spesso Dio univa insieme visioni e parole interiori e rivelava al profeta anche cose future. In questo caso il profeta, pur sapendo di parlare in nome di Dio e di rivelare il futuro non capiva fino in fondo il significato di quello che profetizzava per cui era costretto a ricorrere a parole e ad immagini che, a prima vista, sembrano oscure, ma quando il futuro si realizza, appaiono in tutta la luce della loro verità.
- Infine alcune volte il profeta sentiva l'impulso interiore di esortare il popolo alla conversione, di richiamarlo dal peccato, di minacciarlo dei divini castighi e lo faceva con parole sue e con sentimenti suoi, anche se sapeva che era Dio stesso a volere ciò. Così è accaduto spesso ai vari profeti dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Notate bene che non sempre il carisma della profezia era unito alla santità della vita. Dio si è sempre mantenuto libero nelle sue scelte. Talvolta si è servito anche di gente pagana ed idolatra (come Balaam), in certi casi anche di persone indegne e cattive, come accadde al pontefice ebreo Caifa quando affermò: "E' meglio che Gesù solo muoia per tutti noi, piuttosto che i Romani vengano a massacrarci" e così, senza saperlo e senza volerlo (come recita il Vangelo) egli disse una grande verità e cioè che Gesù è morto al nostro posto, per noi tutti. La Chiesa insegna che nei profeti è lo Spirito Santo che agisce e parla e perciò che dai loro gesti e dalle loro parole noi veniamo a conoscere il disegno di Dio sul mondo. Ecco: questa è la divina rivelazione!
Essa ha il suo centro in Gesù: Gesù è il Profeta per eccellenza. Egli infatti non solo ci dice di Dio cose che nessun altro ha mai detto né potrà dire, ma addirittura mostra Dio in se
stesso: "Chi vede Me, vede il Padre!". Per questo ogni altra rivelazione deve essere verificata con la rivelazione di Gesù e trova il suo compimento nella persona di Lui, nelle sue parole e nella sua opera.
Per questo anche non è possibile un'ulteriore rivelazione che aggiunga qualcosa alla rivelazione di Gesù. Certo, lo Spirito Santo ha ancora dei profeti in questo mondo e ne avrà sempre, ma essi non sono più chiamati a portare messaggi nuovi, bensì a richiamare ed a rischiarare il grande messaggio di Gesù, la sua Buona Novella. Oggi Dio ha dotato il suo popolo con un carisma nuovo: quello che ha affidato al Papa ed ai Vescovi, il carisma dell'infallibilità per confermare nella vera fede tutti i fratelli. Di fronte a nuove, presunte, rivelazioni stiamo ben attenti se siano in perfetta armonia con il Vangelo del Signore ed accolte come autentiche dalla Chiesa e dal suo Magistero. Purtroppo oggi c'è molta gente che corre a cercare rivelazioni a destra ed a sinistra... Gesù stesso e gli apostoli ci hanno messo in guardia da questa pericolosa insidia di Satana!
Il poeta Dante, raccogliendo la vera saggezza cristiana, afferma:
Avete il Vecchio e Nuovo Testamento e il Pastor della Chiesa che vi guida. Questo vi basti a vostro salvamento.
2° - Veniamo ora all'altro carisma dello Spirito Santo: quello dell'ispirazione.
Con questa parola intendiamo quell'azione dello Spirito mediante la quale, uomini scelti ed illuminati da Dio, hanno scritto tutte e solo quelle cose che Egli voleva trasmetterci. Nel corso dei secoli lo Spirito Santo si è posato su certe persone (profeti e non, apostoli e non) ed ha agito in esse con una triplice azione soprannaturale:
a) le ha spinte a mettere per iscritto alcune cose (fatti, discorsi, poesie, ecc.);
b) le ha illuminate perché scrivessero tutto e solo quello che Egli voleva fosse scritto;
c) le ha assistite perché nello scrivere non tradissero in nessun modo la verità, ma la servissero anche con la scelta delle stesse parole usate.
Queste persone, che usiamo chiamare autori sacri, agiografi o anche uomini ispirati non sempre erano i profeti. Spesso erano i loro segretari, o i loro discepoli: così, per esempio, il vangelo di S. Marco è stato scritto da Marco, discepolo di Pietro, pur contenendo la predicazione dell'apostolo. Altrettanto avvenne soprattutto per i profeti dell'Antico Testamento. Gli stessi discorsi di Gesù non sono stati scritti da Lui, ma dai suoi discepoli.
I profeti perciò erano illuminati dallo Spirito Santo affinché trasmettessero agli uomini la divina rivelazione; invece gli scrittori sacri erano ispirati affinché la scrivessero secondo il desiderio dello Spirito.
Non tutto ciò che è stato rivelato, è stato anche scritto, specialmente nel Nuovo Testamento. Per questo la Chiesa attinge la divina rivelazione dalla predicazione apostolica che arriva a noi e nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione.
Ecco come ne parla il Concilio Vaticano 11:
"La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura costituiscono un unico sacro deposito della Parola di Dio affidato alla Chiesa. La Chiesa ha sempre considerato e considera le Divine Scritture, insieme con la Sacra Tradizione, come la regola suprema della propria fede: esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, impartiscono immutabilmente la Parola stessa di Dio e fanno risuonare, nelle parole dei Profeti e degli Apostoli, la voce dello Spirito Santo".
I santi Padri della Chiesa paragonano l'ispirazione biblica all'incarnazione di Cristo. E, a dire il vero, il paragone è quanto mai significativo.
a) Chi è che si incarna nel seno di Maria? E' il Verbo di Dio, cioè la Parola Persona, il Figlio Eterno del Padre.
E chi è che si rivela nelle sacre scritture? E' sempre Lui, la Parola Vivente di Dio.
b) In che modo si incarna il Verbo nel seno di Maria?
Si incarna per l'azione divina dello Spirito Santo. Gesù è il frutto dell'opera dello Spirito.
Così avviene nella Bibbia. E' l'azione dello Spirito che incarna, per così dire, la Parola Eterna di Dio ispirandola al sacro scrittore.
c) Come si incarna in Maria il Verbo di Dio?
Si incarna in un determinato momento storico, assumendo un determinato aspetto fisico, parlando, vivendo, agendo secondo la mentalità e le modalità di quel momento e di quel luogo.
Così è avvenuto anche per l'ispirazione della Bibbia. Lo Spirito Santo ha illuminato gli scrittori sacri, ma li ha lasciati nella loro situazione terrena di ambiente, di linguaggio, ecc. La Bibbia è stata scritta per tutti gli uomini di tutti i tempi: essa porta un messaggio divino che è sempre attuale.
Però la parola che incarna questo messaggio rispecchia una mentalità, un carattere, una particolare situazione storica. E come per capire Gesù mi è necessario uno sforzo per entrare nel suo tempo e nel suo linguaggio, così devo fare per capire la Bibbia. Essa mi porta sì un messaggio per me oggi, ma lo porta rivestito di parole umane frutto di una situazione e di una mentalità.
Ecco perché, tra l'altro, noi abbiamo bisogno di una guida e di una maestra nella lettura e nella comprensione della Scrittura. Questa guida e questa maestra è la Santa Chiesa:-
L'apostolo San Pietro scrive in proposito:
"Per mezzo dello Spirito Santo mandato dal Cielo, alcuni uomini vi hanno portato il messaggio del Vangelo...". E ancora: "Le parole dei profeti sono degne di fiducia, oggi più di prima. E voi farete bene a considerarle con attenzione. Esse sono come una lampada che brilla in un luogo oscuro, fino a quando non comincerà il giorno, e la stella del mattino illuminerà i vostri cuori. Soprattutto sappiate una cosa: gli antichi profeti non parlavano mai di loro iniziativa, ma furono uomini guidati dallo Spirito Santo e parlavano in nome di Dio. Perciò nessuno può spiegare con le sue sole forze le profezie che ci sono nella Bibbia" (cfr 2Pt 1,19-21) .
CONTEMPLAZIONE
Negli Atti degli Apostoli ci viene raccontato un fatto molto significativo per chi vuole conoscere la Bibbia. Chissà quante volte sarà capitato anche a te di non capire quello che leggi. Ebbene, hai vicino a te la Chiesa che, guidata dallo Spirito Santo, ti può condurre alla verità, Contempla questo episodio mettendoti umilmente accanto al ministro della regina Candàce.
Atti degli Apostoli cap. 8
Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e và verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta».
Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etíope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Và avanti, e raggiungi quel carro».
Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?».
Quegli rispose: «E come lo potrei se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora fu condotta al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.
E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?».
Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: «Ecco qui c'è acqua; che- cosa mi impedisce di essere battezzato?».
Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò.
Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino.
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