mercoledì 22 febbraio 2012

Tempo di Quaresima

Carissimi, oggi interrompiamo il corso della programmazione perchè siamo in un giorno speciale: oggi entriamo ufficialmente nel tempo di Quaresima, un tempo di penitenza da dedicare interamente alla preghiera, al digiuno e all'elemosina. Ecco perchè conviene meditare queste parole di Gesù:
Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.  Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.


Gesù ci ha indicato la via da seguire nella nostra vita: cerchiamo, in questo tempo quaresimale, di predisporci all'ascolto di queste sante parole, in modo da avvicinarci sempre di più a Gesù. Purtroppo, la nostra vita quotidiana ci allontana da Lui a causa delle numerose distrazioni: per questo, dobbiamo fare in modo che questa Quaresima porti nel nostro cuore non solo la pace, ma soprattutto Gesù e l'ascolto delle Sue Parole, affinché il mondo non continui a distrarci da Lui. Possiamo cominciare già da oggi, andando in Chiesa per ricevere sul capo la cenere, simbolo di penitenza. Presentiamoci dinanzi al Signore con cuore contrito, abbassiamo la nostra superbia, ammettiamo la nostra miseria di peccatori e chiediamo perdono all'Altissimo per tutto il male che abbiamo commesso e concepito: già dopo quest'atto penitente si cominceranno a vedere i frutti della liberazione.
Adesso, per meglio mettere in pratica le parole di Gesù che abbiamo letto poco fa, riflettiamo con Sant'Agostino il quale ha sapientemente commentato l'intero "discorso della montagna": noi oggi ne vediamo solo una parte in cui Sant'Agostino si sofferma su ciò che noi dobbiamo seguire e cioè la preghiera, l'elemosina e il digiuno:

2. 5. Quando dunque fai l’elemosina, dice il Signore, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e per le strade per essere lodati dagli uomini. Non voler farti notare, dice, come gli ipocriti. È evidente che gli ipocriti non hanno nel cuore quel che pongono davanti agli occhi degli uomini. Infatti gli ipocriti sono operatori di finzioni sul tipo dei presentatori dell’altrui personalità nelle rappresentazioni teatrali. Ad esempio chi nella tragedia fa la parte di Agamennone o di un altro personaggio storico o mitologico non è realmente lui, ma lo rappresenta ed è detto mimo. Così nella Chiesa e in tutta l’umana convivenza è un ipocrita chi vuol sembrare quel che non è. Infatti imita con finzione il virtuoso, non lo esibisce, perché ripone tutto l’utile nella lode umana, che possono conseguire anche quelli che fingono nell’atto che ingannano coloro a cui sembrano buoni e dai quali vengono lodati. Ma tali individui da Dio, che scruta il cuore, ricevono come ricompensa soltanto la condanna dell’inganno. Infatti hanno ricevuto dagli uomini, dice Gesù, la loro ricompensa. E molto giustamente sarà detto loro: Allontanatevi da me, operatori d’inganno, perché avete portato il mio nome, ma non avete praticato le mie opere. Hanno dunque ricevuto la loro ricompensa coloro che fanno l’elemosina soltanto per essere lodati dagli uomini, non però se sono lodati dagli uomini, ma se la fanno appunto per esser lodati, come è stato discusso precedentemente. La lode umana non si deve ambire dunque da chi fa opere buone, ma deve accompagnare chi le fa, affinché diventino migliori coloro che possono imitare ciò che lodano e non perché egli pensi che essi, lodandolo, gli siano di vantaggio.

2. 6. Invece mentre fai l’elemosina non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra. Se intenderai che con la sinistra sono indicati i non cristiani, sarà evidente che non v’è colpa nel voler essere gradito ai cristiani, mentre ci è assolutamente proibito di stabilire il vantaggio e il fine dell’opera buona nella lode di qualsiasi persona. Ma il complesso di atti, affinché ti imitino coloro ai quali saranno gradite le tue buone azioni, si deve mostrare non soltanto ai cristiani ma anche ai non cristiani, affinché nel lodare le nostre buone opere onorino Dio e giungano alla salvezza. Se poi per sinistra vorrai intendere un nemico nel senso che un tuo nemico non sappia quando fai l’elemosina, perché mai il Signore stesso, mosso a pietà, sanò alcune persone alla presenza dei Giudei suoi nemici? Perché l’apostolo Pietro, avendo guarito quell’uomo di cui alla porta Bella del tempio ebbe compassione in quanto storpio, dovette subire la collera dei nemici contro di sé e contro gli altri discepoli di Cristo? Se poi è necessario che il nemico non sappia quando facciamo l’elemosina, non sappiamo che fare col nemico stesso per adempiere il comandamento: Se il tuo nemico avrà fame, dàgli da mangiare; se avrà sete, dàgli da bere.

2. 7. Di solito v’è una terza interpretazione, assurda e ridicola, dei materialisti. Non la ricorderei se non conoscessi per esperienza che non pochi sono incappati nell’errore in quanto dicono che con l’appellativo di sinistra è indicata la moglie. Siccome abitualmente le donne nella gestione della famiglia sono più attaccate al denaro, non dovrebbero conoscere a causa dei litigi di famiglia quando i loro mariti danno qualcosa ai bisognosi. Come se soltanto gli uomini siano cristiani e il comandamento non sia dato anche per le donne. A quale sinistra dunque la donna deve occultare l’opera della propria misericordia? O anche l’uomo sarà la sinistra della donna? È proprio assurdo. Ovvero se si pensasse che l’uno è la sinistra dell’altro, qualora da uno si distribuisce qualcosa dal patrimonio familiare in modo che sia contro il volere dell’altro, tale matrimonio non sarebbe cristiano. Ma è inevitabile che se uno dei due, secondo il comandamento di Dio, vorrà fare l’elemosina, chiunque dei due avrà contro, sia nemico del comandamento di Dio e sia quindi da considerarsi tra i non cristiani. E su tali argomenti è comandamento di Dio che mediante un buon rapporto e comportamento il marito cristiano conquisti la moglie o la moglie cristiana il marito. Perciò non debbono nascondere l’uno all’altro le proprie buone azioni, alle quali si debbono spronare a vicenda, sicché possa l’un l’altro spronarsi alla comune professione della fede cristiana. E non si devono commettere furti per guadagnarsi la bontà di Dio. Ma poniamo che si debba occultare qualcosa fin quando la debolezza dell’altro non può sopportare con animo sereno, giacché questo non è né ingiusto né illecito. Tuttavia dall’esame di tutto il brano non appare con evidenza chi sia indicato come sinistra, perché da esso emergerà che è insieme all’altro chi potrebbe considerare come sinistra.

2. 8. Evitate, dice il Signore, di praticare la vostra virtù davanti agli uomini per essere da loro ammirati; altrimenti non avrete la ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli. Nell’inciso ha parlato della virtù in generale, in seguito svolge separatamente. È un settore della virtù l’opera che si compie mediante l’elemosina e quindi ne deduce la massima: Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e per le strade per essere lodati dagli uomini. A questo si riferisce quel che ha detto prima: Evitate di praticare la vostra virtù davanti agli uomini per essere da loro lodati. Invece quel che segue: In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa si riferisce al pensiero che ha espresso precedentemente: Altrimenti non avrete la ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli. Poi continua: Invece quando tu fai l’elemosina. Quando dice: Invece quando tu cosa dice di diverso che: non come loro? Che cosa mi comanda allora? Invece quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra. Quindi essi agiscono in modo che la loro sinistra sappia ciò che fa la loro destra. Quindi a te si proibisce di fare quel che in loro è reprensibile. E in loro è reprensibile che agiscano in modo da bramare le lodi degli uomini. Quindi è evidente che con immediata deduzione la sinistra simboleggia la compiacenza della lode, la destra l’intenzione di adempiere i precetti divini. Quando dunque alla coscienza di chi fa l’elemosina si congiunge il desiderio della lode umana, la sinistra si rende cosciente dell’azione della destra. Non sappia dunque la tua sinistra quel che fa la tua destra, cioè: Non si congiunga il desiderio della lode umana alla tua consapevolezza, quando nel fare l’elemosina t’impegni a osservare il comandamento divino.

2. 9. Affinché la tua elemosina rimanga nel segreto. Che cosa significa nel segreto se non nella stessa retta coscienza che non si può mostrare alla vista umana né svelare con le parole? Difatti molti dicono molte menzogne. Quindi se la destra agisce interiormente nel segreto, sono di competenza della sinistra tutte le cose esteriori poste nello spazio e nel tempo. Quindi la tua elemosina avvenga nella coscienza stessa in cui molti fanno l’elemosina con la buona volontà, sebbene non abbiano denaro o qualsiasi altro bene che si deve offrire al bisognoso. Molti invece agiscono all’esterno e non agiscono all’interno, in quanto vogliono apparire compassionevoli per ambizione o per amore di qualsiasi altro tornaconto esteriore, perché si deve ritenere che in essi agisce soltanto la sinistra. Così alcuni hanno una posizione di mezzo fra gli uni e gli altri, sicché fanno l’elemosina con l’intenzione volta a Dio e tuttavia s’insinua in questa ottima disposizione un certo desiderio della lode o di qualche altro vantaggio labile ed effimero. Ma nostro Signore con grande energia proibisce che in noi agisca soltanto la sinistra, quando proibisce che essa s’insinui nelle opere della destra affinché, cioè, non solo evitiamo di fare l’elemosina per il solo desiderio dei beni caduchi ma anche affinché in questa opera non volgiamo l’attenzione a Dio in modo che vi si confonda o aggiunga il desiderio di vantaggi esteriori. Si tratta infatti di purificare il cuore che, se non sarà limpido, non sarà puro. E come sarà limpido se serve a due padroni e non purifica il proprio sguardo con la sola percezione dei beni eterni, ma la offusca con l’amore delle cose caduche ed effimere? Sia dunque la tua elemosina nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà. Assolutamente giusto e vero. Se infatti attendi il premio da colui che è il solo scrutatore della coscienza, ti basti a riscuotere in premio la coscienza stessa. Molti codici latini hanno: E il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà apertamente. Ma siccome nei codici greci, che sono più antichi, non ho trovato apertamente, ho pensato che non se ne deve trattare.

3. 10. E quando pregate, soggiunge, non siate come gli ipocriti che amano stare in piedi a pregare nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. Ed anche in questo caso non è proibito essere visti, ma compiere queste azioni per farti vedere dagli uomini. E inutilmente ripetiamo tante volte i medesimi concetti, perché una sola norma si deve osservare, dalla quale si è appreso che non si deve temere o evitare se gli uomini conoscono questi fatti ma se si compiono con l’intenzione di presumere da essi il risultato di essere graditi agli uomini. E il Signore stesso usa le medesime parole nel soggiungere come prima: In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa, lasciando intendere di proibire che si desideri quella ricompensa, di cui godono gli stolti quando sono lodati dagli uomini.

3. 11. Voi invece quando pregate, soggiunge, entrate nella vostra camera da letto. Evidentemente la camera è il cuore stesso che viene anche indicato in un salmo, in cui si dice: Di quel che dite nel vostro cuore pentitevi anche sul vostro letto. E chiudendo la porta, continua Gesù, pregate il Padre vostro nel segreto. È troppo poco entrare nelle camere da letto, se la porta è aperta agli sfacciati, perché attraverso la porta le cose esterne irrompono dentro a frotte e disturbano la nostra interiorità. Ho detto che sono fuori tutte le cose poste nel tempo e nello spazio, le quali attraverso la porta, cioè attraverso il senso esteriore, s’introducono nei nostri pensieri e con la confusione delle varie immaginazioni ci disturbano mentre preghiamo. Si deve quindi chiudere la porta, cioè opporsi al senso esteriore, affinché la preghiera proveniente dallo spirito si levi al Padre perché essa avviene nel profondo del cuore, quando si prega il Padre nel segreto. E il Padre vostro che vede nel segreto vi ricompenserà. E l’argomento doveva aver termine con una simile conclusione. Difatti con esso non ci esorta a pregare ma a come dobbiamo pregare; e precedentemente non affinché facciamo l’elemosina, ma con quale intenzione dobbiamo farla. Difatti ingiunge di purificare il cuore e lo purifica soltanto il solo e schietto anelito alla vita eterna in un unico e puro amore della sapienza.

3. 12. Quando pregate poi, continua, non dite molte parole come i pagani, i quali suppongono di essere esauditi per le loro molte parole. Come degli ipocriti è esibirsi alla vista, poiché il loro intento è piacere agli uomini, così è degli etnici, cioè in latino pagani, ritenere di essere esauditi per le molte parole. E in verità il molto parlare proviene dai pagani che s’impegnano più ad educare il linguaggio che a purificare la coscienza. E si sforzano di adibire questa forma di futile attitudine a convincere Dio con la preghiera, perché suppongono che egli, come l’uomo giudice, sia mosso dalle parole a prendere una decisione. Non siate dunque come loro, dice l’unico vero Maestro, perché il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno, prima che glielo chiediate. Se infatti si pronunziano molte parole per informare e istruire uno che non sa, che bisogno se ne ha per colui che conosce tutte le cose, perché a lui parlano tutte le cose nell’atto stesso che esistono e si segnalano come avvenute? Ed anche gli eventi futuri non sono nascosti alla capacità creativa e sapienza di lui, perché in essa sono presenti e non transeunti tutti gli eventi che sono passati e che passeranno.

12. 40. Segue il comando sul digiuno che riguarda anche esso la purificazione del cuore, di cui si tratta in questo brano. Anche in questo impegno si deve evitare che s’insinuino l’ostentazione e il desiderio della lode umana che infetta di doppiezza il cuore e non permette che sia puro e schietto a intendere Dio. Dice: Quando digiunate, non diventate tristi come gli ipocriti che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico, hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece quando voi digiunate, profumatevi la testa e lavatevi il viso per non far vedere agli uomini che digiunate, ma al Padre vostro che è nel segreto; e il Padre vostro, che vede nel segreto, vi ricompenserà. È evidente che con questi comandi ogni nostra intenzione è diretta alle gioie interiori, per non conformarci al mondo cercando la ricompensa al di fuori e per non perdere la promessa di una felicità tanto più compiuta e stabile, quanto più intima, con la quale Dio ci ha scelto a divenire conformi all’immagine del Figlio suo.

12. 41. Nel brano citato si deve soprattutto notare che non soltanto nella magnificenza e sfarzo delle cose sensibili, ma anche nel desolato sudiciume degli abiti vi può essere la millanteria, e tanto più dannosa in quanto inganna col pretesto del servizio a Dio. Chi dunque si distingue per una smodata raffinatezza dell’acconciatura e dell’abbigliamento e per la magnificenza delle altre cose è incolpato dalla realtà stessa di essere seguace degli sfarzi del mondo e non inganna nessuno con una illusoria apparenza di santità. Se qualcuno invece, nel presentarsi come cristiano, attira lo sguardo degli uomini con l’inconsueto squallore e con gli abiti sudici, se lo fa volontariamente e non perché costretto dal bisogno, si può arguire dalle altre sue azioni se lo fa nel rifiuto di una superflua raffinatezza o per ambizione, perché il Signore ha comandato di guardarci dai lupi in pelame di pecora. Dai loro frutti, egli dice: li riconoscerete. Quando incominceranno con determinate tentazioni ad essere tolte o impedite quelle prerogative che con quella copertura hanno conseguito o intendono conseguire, allora è inevitabile che appaia se è un lupo col pelame di pecora o una pecora col suo. Non per questo il cristiano deve attirare lo sguardo con ornamenti superflui, perché anche gli imbroglioni spesso assumono un atteggiamento d’indispensabile riserbo per ingannare gli imprudenti, perché anche le pecore non devono deporre il proprio pelame, se talora se ne coprono i lupi.

12. 42. È abituale porsi il problema che cosa significhino le parole: Invece voi, quando digiunate, profumatevi il capo e lavatevi il viso per non far vedere alla gente che digiunate. Difatti, sebbene abitualmente ogni giorno ci laviamo il viso, non si potrebbe ragionevolmente comandare che dobbiamo stare col capo profumato quando digiuniamo. E se tutti ammettono che la faccenda è molto sconveniente, si deve intendere che l’ingiunzione di profumarsi il capo e di lavarsi il viso è relativa all’uomo interiore. Quindi il profumarsi il capo è relativo alla gioia e il lavarsi il viso alla pulizia e perciò si profuma chi gioisce nell’interiorità con un atto del pensiero. Per questo convenientemente intendiamo per capo la facoltà che domina nell’anima, dalla quale è evidente che le altre sono dirette e regolate. E compie questa opera chi non cerca la gioia all’esterno per godere carnalmente delle lodi della gente. La carne infatti, poiché deve essere sottomessa, non può assolutamente essere il capo di tutto l’essere umano. Nessuno ha avuto in odio la propria carne, dice l’Apostolo quando ingiunge che si deve amare la moglie, ma capo della donna è l’uomo e capo dell’uomo è Cristo. Colui dunque, che secondo questo comando desidera avere il capo profumato, goda nell’interiorità durante il suo digiuno, per il fatto stesso che così digiunando si distoglie dai piaceri del mondo per essere sottomesso a Cristo. Così laverà anche il viso, cioè renderà pulito il cuore, con cui vedrà Dio, poiché non si verifica l’offuscamento per la precarietà proveniente dalle sozzure, ma egli sarà sicuro e stabile, perché pulito e schietto. Lavatevi, dice Isaia, purificatevi, togliete la cattiveria dalla vostra coscienza e dalla mia vista. Quindi il nostro viso si deve lavare da quelle sozzure, da cui è offeso lo sguardo di Dio. Difatti noi a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine.

La Quaresima ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico. Furono i giorni in cui Gesù si mise alla prova, sottoponendosi alle tentazioni del maligno e resistendo ad ogni seduzione.

6 commenti:

melissa ha detto...

Grazie Angel x questa bellissima riflessione ogni vostro contributo è un passo in più per me nel cammino spirituale! grazie di cuore

Angel ha detto...

Di nulla cara Melissa, lo stesso vale per me!

Enza ha detto...

Elemosina. Non è soltando dare la moneta, l'obolo, ma è anche accogliere chi vive nella sofferenza. Offerta significa donarci con amore, chi non ha denaro completerà con la sua offerta del cuore verso i meno fortunati.

Digiuno. Non è soltanto saltare il pasto o eliminare le piccole gole anche se che rimane comunque un sacrificio buono. Il digiuno deve essere soprattutto mettersi la cerniera alla bocca, la saracinesca agli orecchi e la tendina sugli occhi. Eliminiamo un po' tv, internet, alcuni giornali che deviano dalla buona morale.
Ci sono molti tipi di offerte e digiuni, ma è inutile dare una moneta se poi si critica l'extracomunitario. E' inutile digiunare tenendo lo stomaco vuoto per un giorno se poi ci si riempie il cuore di lordure.
Ecco ho detto il mio pensiero, e prego sempre Dio perchè mi dia quella sapienza unita alla volontà di non cadere malamente così da migliorarmi nella mia conversione.
Il cristianesimo è l'unica religione dove il cammino è sempre in salita e le gambe spesso dolgono e cadiamo facilmente, ma la grazia che Dio ci ha dato è quella di avere un aiutante importante che ci prende e ci rialza in modo di camminare ancora con Lui.
Grazie, con affetto!

Angel ha detto...

Hai detto delle cose giustissime Enza, ottimo pensiero! Grazie del contributo e a presto!

Pe. Julio Cesar Oliveira ha detto...

Eminenza, la vostra benedizione!
Gradirei la Via belle della Croce con meditazioni e le preghiere di tua scelta, presieduta da Papa Benedetto XVI il Venerdì Santo del 2006. Grazie per la vostra attenzione!
Padre Julio Cesar Oliveira (Ituiutaba-MG-Brasile)
la mia e-mail: jcesar.axe @ hotmail.com

Angel ha detto...

Caro Padre, io non sono chi lei pensa: sono un laico e quindi non appartengo all'ordine sacerdotale. Un caro saluto

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