mercoledì 18 gennaio 2012

Alle sorgenti della Pietà - XXV parte

Torniamo a meditare con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana:


- Capitolo 23 -

"LO SPIRITO VIVIFICANTE" (3)

 SACRAMENTI E CARISMI 

Nel capitolo precedente abbiamo visto come lo Spirito Santo sia datore di vita eterna. Egli infatti porta in noi e fa crescere in noi una vita nuova, la vita del Figlio di Dio. Per questo Gesù paragona lo Spirito Santo ad una sorgente di acqua viva.

Ora ci vogliamo chiedere: in che modo e con quali mezzi lo Spirito di Dio produce e fa crescere in noi la nuova vita? Qui è necessario che facciamo alcune considerazioni molto importanti.

Prima considerazione: Dio è invisibile perché è spirito. Egli non ha un corpo come noi. Di conseguenza per rendersi accessibile a noi Egli deve scendere al nostro livello e usare il nostro stesso linguaggio. Ora noi abbiamo due modi di esprimerci: le parole ed i gesti. Facciamo un esempio: io voglio bene ad un amico. Il mio amore è nel cuore, è un affetto spirituale, invisibile. Come posso far capire il mio amore a questo amico? Come far sì che il mio amore passi nel suo cuore?

1° - Posso servirmi della parola. Gli dico: "Ti voglio bene, sono tuo amico". In queste parole io racchiudo il mio affetto spirituale. Lo rendo, per così dire, sensibile. Egli lo può capire ascoltando le mie parole e può farlo suo accogliendo le mie parole. Allora egli sa che io lo amo e si sente pieno del mio amore. In un certo senso io mi sono donato a lui con le mie parole. Anche Dio fa così! Egli si serve delle parole per rivelarci e donarci il suo amore. Non solo ce lo rivela e ce lo fa sapere: ma se Gli apriamo il cuore con fede, ce lo dona. Con il suo amore entra dentro di noi, ci trasforma e ci dona una vita nuova. La Bibbia dice che noi siamo stati generati ad una vita nuova dalla Parola di Dio accolta con fede.

2° - Oltre che di parole, io posso servirmi di gesti per manifestare e comunicare il mio amore. Così tornando all'esempio dell'amico che amo, io posso comunicargli il mio affetto con le parole, ma posso anche abbracciarlo, baciarlo, fargli un dono. Da questi gesti il mio amico capisce che io lo amo davvero.

Anche Dio fa così! Anch'Egli si serve di questi gesti per rivelarci e donarci il suo amore e la sua salvezza.

Possiamo dire che il gesto di Dio è uno solo: quello di donarci Gesù. In Gesù Dio ci rivela e ci dona sè stesso, il suo amore, la sua salvezza. "Dio ha tanto amato il mondo - scrive Giovanni nel suo Vangelo - da darci il suo stesso Figlio Unigenito affinché il mondo si salvi per mezzo di Lui" (Gv 3,16). E San Paolo ci insegna che "l'amore di Dio per noi si misura dal fatto che ha mandato Gesù a morire per i peccatori" (cfr Rm 5,8).

Gesù, dunque, è il gesto con cui Dio si rivela a noi e si dona a noi con la pienezza della sua vita e della sua salvezza.

In greco (lingua originale dei Vangeli) questo "gesto" di Dio viene chiamato mistero: Gesù è il mistero di Dio, scrive San Paolo.

In latino la parola mistero viene tradotta con sacramento: Gesù è il sacramento di Dio.

Ecco come Dio si fa sentire, vedere, toccare: con il gesto di donarci Gesù, cioè con quel mistero, con quel sacramento vivo che è Cristo.

Ascoltate ora come San Giovanni ci parla di questo modo di agire da parte di Dio: "IL Figlio di Dio, il Verbo della vita, esisteva fin dal principio. Ebbene noi apostoli lo abbiamo udito e visto con i nostri occhi, lo abbiamo contemplato, e le nostre mani lo hanno toccato. Egli, che è la vita, si è mostrato a noi e noi vi garantiamo di averlo visto e ve lo annunciamo" (cfr Gv 1,1-4).

3° - Eccoci al terzo punto. Dio, fonte della vita, si fa presente in Gesù e così, mediante questo mistero o sacramento, Egli può essere visto, toccato, accolto. Egli che è Spirito, si fa toccare nel corpo di Gesù: Egli che è invisibile, si fa vedere nell'umanità di Gesù. Con la bocca di Gesù ci parla, con il cuore di Gesù ci rivela il suo amore, con gli occhi di Gesù ci guarda, con la carne e il sangue di Gesù ci nutre.

C'è un solo modo dato all'uomo per entrare in contatto con Dio: la fede in Gesù, ossia accogliere Gesù "sacramento" di Dio. Ebbene questo sacramento è stato formato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. E' stato lo Spirito a prepararci in Gesù la sorgente della salvezza e della vita eterna! Ora lo stesso Spirito porta Gesù in altri gesti sacramentali nei quali e mediante i quali noi possiamo toccare ed accogliere Dio stesso.

Il primo di essi è la Chiesa, la comunità cristiana. La Chiesa, infatti, è il Tempio vivente in cui dimora Gesù: è il suo Corpo. Perciò là dov'è la Chiesa, ivi è Gesù, ivi è Dio!

Ecco, dunque, un secondo sacramento: la Chiesa.

Il primo, quello che è la fonte di tutti gli altri, è Gesù stesso. 4° - E ora veniamo al quarto punto. Dio che si fa presente e si dona in Gesù, Gesù che si fa presente e si dona nella Chiesa, si fa pure presente e si dona a noi mediante il ministero della Chiesa in alcuni segni o gesti che chiamiamo Sacramenti. Essi, come sapete, sono sette: il battesimo, la cresima, l'eucarestia, la confessione, l'unzione degli infermi, l'ordine sacro ed il matrimonio. Questi sette sacramenti sono stati istituiti da Gesù e ci sono stati rivelati da Lui stesso o dai suoi santi apostoli.

In modo chiaro ed esplicito Gesù ci ha rivelato quattro sacramenti: il battesimo quando ha detto: "Andate e battezzate nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Ci ha poi rivelato il sacramento dell'eucarestia quando, dopo la consacrazione del pane e del vino ha comandato: "Fate questo in mia memoria" (Lc 22,19). Ci ha rivelato il sacramento dell'ordine sacro e della confessione quando, la sera di Pasqua, ha soffiato sopra gli apostoli dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo. Coloro ai quali rimetterete i peccati, li avranno rimessi..." (Gv 20,22).

In questo passo, anzi, la struttura del sacramento appare in tutta chiarezza:

a) c'è Gesù che compie un gesto: alita sopra gli apostoli. Con questo gesto Egli vuole significare il dono che viene dal suo Cuore: lo Spirito;

b) c'è la Parola che dà senso al gesto, ne rivela il contenuto soprannaturale. Dice: "Ricevete lo Spirito Santo";

c) c'è il dono significato dal gesto e dalla Parola: è il dono dello Spirito Santo;

d) infine c'è l'effetto soprannaturale procurato negli apostoli dal Dono ricevuto: il potere di rimettere i peccati.

Vedete come il Signore ha racchiuso in questo gesto pasquale una meravigliosa realtà divina che trasforma gli apostoli in ministri di Cristo: "Come il Padre ha mandato Me, così Io mando voi! Ricevete lo Spirito Santo... Coloro ai quali rimetterete i peccati, li avranno rimessi".

Così ha fatto per gli altri sacramenti. Ne abbiamo notizia esplicita o implicita negli stessi Vangeli nonché dalla tradizione apostolica, che è stata accolta e proposta solennemente dalla Chiesa nel Concilio di Trento. Tutti e 7 provengono da Gesù: sono gesti di Gesù mediante i quali ci viene donato lo Spirito Santo vivificante.

Il Dono del sacramento è sempre lo Spirito, il quale poi agisce e compie in noi l'opera della santificazione secondo il fine che è proprio di ciascun sacramento.

Così nel Battesimo lo Spirito ci fa rinascere a vita nuova, unendoci alla morte ed alla Risurrezione del Signore Gesù. Nella Cresima ci conferma quali testimoni e discepoli di Cristo.

Nell'Eucarestia ci dona, mediante il Corpo ed il Sangue di Cristo, il nutrimento soprannaturale che ci fa diventare una cosa sola, una sola comunità, un solo corpo con Lui e ci fa partecipare al sacrificio di Cristo per la gloria del Padre e la salvezza del mondo.

Nella Riconciliazione cancella i nostri peccati per i meriti infiniti di Gesù e ci guarisce dalle nostre piaghe spirituali, soprattutto dall'egoismo, radice di ogni peccato.

Nell'Olio degli infermi ci rende partecipi della sofferenza di Cristo, ci consola e ci dà forza per affrontare la lotta della malattia e della morte trasformandole nella croce di Gesù che è la porta della vita eterna.

Nel matrimonio trasforma l'amore degli sposi nell'amore di Gesù e della Chiesa, come a Cana trasformò l'acqua nel vino miracoloso.

Infine, come abbiamo visto, nell'Ordine Sacro lo Spirito scendendo sugli eletti al ministero li rende capaci di operare nel nome e nella persona del divino Pastore Gesù a favore della sua Chiesa.

Sono gesti sacramentali diversi, che producono effetti diversi, ma nei quali agisce sempre lo stesso unico Spirito vivificante.

Parola di Dio e Sacramenti: ecco i due mezzi principali di cui si serve lo Spirito Santo per unirci e trasformarci sempre più in Cristo. Alla Parola ed ai Sacramenti noi dobbiamo corrispondere con la nostra fede accogliendo con amore il dono di Dio.

Così come ha fatto Maria, quando ha accolto nel suo Cuore prima e nel suo seno poi il Verbo di Dio portato in Lei dallo Spirito Santo.

Seconda considerazione. Ma vi è una seconda considerazione da fare ed è questa: lo Spirito non agisce soltanto per mezzo della Parola e dei Sacramenti, ma elargisce pure alla sua Chiesa innumerevoli doni di grazia che usiamo chiamare carismi. Le lettere di San Paolo contengono diverse elencazioni e descrizioni di questi carismi. Essi sono doni gratuiti (in quanto non sono dati in base ai meriti della persona, ma in base alle necessità della Chiesa). I carismi sono la risposta dello Spirito Santo alle varie necessità della comunità cristiana. Alcuni di essi sono permanenti, altri transitori. Questi carismi non sono mai cessati nella Chiesa, anche se può essere cessata, in genere, la loro straordinarietà. Voglio dire che il carisma c'è anche quando non appare in maniera miracolosa. Ci sono però anche i carismi straordinari, come vediamo nei santi. Tuttavia ordinariamente noi li troviamo senza questo alone di miracolo e li troviamo spesso nelle persone più umili e più semplici. Possiamo dire che in ogni comunità cristiana, in ogni parrocchia, lo Spirito diffonde con abbondanza i suoi carismi secondo le necessità di quella comunità e secondo il disegno che Dio vuole attuare in essa e per mezzo di essa. E' compito del Pastore, coadiuvato dal consiglio pastorale, individuare i carismi dello Spirito per arricchirne la comunità tutta e per conoscere il disegno di Dio su di essa. E' qui, soprattutto, che deve intervenire il consiglio pastorale, più che nel fare sterili discussioni sull'orario delle messe e sul numero delle candele da accendere. Un vero consiglio pastorale coadiuva il Pastore nel discernere l'opera dello Spirito nella comunità e l'orientamento che Egli, mediante i carismi, indica alla medesima.

In tal modo noi scopriamo nella nostra comunità il carisma della profezia: ci sono cioè persone sagge che parlano in nome di Dio, ci fanno conoscere la volontà di Dio, i suoi desideri. Basta metterci in ascolto. Lo Spirito parla alle chiese magari servendosi della vecchietta o del bambino. Egli fa le sue scelte, che sono ben diverse dalle nostre. Così, se stiamo attenti, scopriremo il carisma dell'insegnamento che è tipico dei catechisti. Non tutti sono chiamati a questo ministero perché non tutti hanno il carisma per esercitarlo con efficacia. Scopriremo in altre persone il carisma della consolazione: sono spesso le persone più umili e più semplici del popolo, quelle persone che hanno una particolare capacità per assistere con amore e con dolcezza i malati ed i sofferenti.

Ecco come lo Spirito di Dio vivifica e il singolo discepolo e le comunità della Chiesa. Ci sarebbero tante altre cose da dire in proposito, ma non mi è possibile parlare di tutti i carismi e le operazioni dello Spirito. Mettiamoci invece al cospetto del Signore, come ha fatto la Madonna, nella quale Dio ci offre il modello e l'immagine vivente non solo del cristiano, ma anche della Chiesa e chiediamo il Dono dello Spirito su di noi e sulle nostre comunità perché ci porti la vera vita, perché ci riempia dei suoi doni, perché ci faccia sempre più simili al Signore Gesù!

Vieni, Santo Spirito... Vieni, datore dei doni... Vieni, fonte di vita!

CONTEMPLAZIONE

Ora mettiti in preghiera devota davanti al Tabernacolo o ad una immagine sacra. Ascolta con le orecchie del cuore l'insegnamento dello Spirito dalla bocca dell'apostolo Paolo.

Prima Lettera ai Corinti cap. 12

 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza.
 Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento.
 Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire «Gesù è anàtema», così nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo.
 Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far-guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue.
 Ma tutte queste cose è l'uníco e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
 Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.
 E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.
 Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
 Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue.
 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
 Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. Ebbene vi mostrerò la via più sublime.
 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
 La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

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