venerdì 13 agosto 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Sesto appuntamento


Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino ci porta a capire che noi siamo morti al peccato con Gesù Cristo e che quindi dobbiamo essere liberi da esso e non sottomessi.


Sesta parte della Lettera di San Paolo apostolo ai Romani  

 Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia?  È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato?  O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?  Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.  Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.  Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. 7 Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,  sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui.  Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.  Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
 Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri;  non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio.  Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.
 Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo!  Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia?  Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.
 Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.
 Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia.  Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna.  Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

COMMENTO

Finalmente giunge la conferma della dissipazione di un dubbio che è penetrato nelle menti di molti, negli scorsi appuntamenti. Quando infatti si diceva che si era salvi per mezzo della fede e per grazia, molti hanno pensato che le opere non erano prese in considerazione da Dio: San Paolo interviene subito per stoppare eventuali incomprensioni perchè è vero che si è salvi per grazia ottenuta dal Sacrificio di Gesù, ma questo non vuol dire che noi dobbiamo restare nel peccato. La scorsa volta cercai di porre un freno a questo pensiero, e oggi San Paolo, con le sue parole, conferma che noi non siamo più sottomessi al peccato perchè il peccato è morto. E come è morto il peccato? Il peccato è morto attraverso il Battesimo e per molti, attraverso la conversione del cuore. Infatti, viene alla luce il significato della rinascita così come annunciato dallo stesso Gesù con la Sua predicazione. Per poter rinascere in Cristo non dobbiamo nascere di nuovo materialmente, come aveva pensato Nicodemo, ma dobbiamo rinascere attraverso frutti degni di conversione. La rinascita del cuore comporta una conferma del Battesimo che ci ha liberati dal Male originale. Purtroppo però accade che nonostante il Battesimo, si vivi una vita sottomessa al peccato e al suo dominio: ma Gesù non lascia che una pecora del gregge si disperda e quindi richiama quella pecora al suo ovile: questo, molte volte, è all'origine della conversione di cuore che comporta una vera e propria rinascita. Se noi diciamo di voler rinascere in Gesù Cristo, con questo rinunciamo al male, al peccato e al dominio della carne. Se invece, dicessimo di avere fede in Gesù e contemporaneamente restassimo sottomessi al peccato, allora saremmo ipocriti e non saremmo affatto rinati! 

San Paolo si sofferma spesso, nelle Sue Lettere, sul dominio della carne. Questo significa che anche ai quei tempi, il peccato più difficile da sottomettere fosse quello carnale. Oggi possiamo dire che esso è ancora più difficile da sottomettere perchè viviamo in una società schiava della perversione e della sessualità malata: pornografia e televisioni presentano il sesso in maniera morbosa e perversa e contribuiscono nell'amplificare il richiamo del peccato negli uomini. Da recenti studi è emerso di come l'autoerotismo sia un fenomeno notevolmente in crescita sia negli uomini che nelle donne, soprattutto di giovane età. A questo si aggiunge il dato, altrettanto preoccupante, della diffusione della pornografia che domina i mercati persino in tempi di crisi economica. Questi sono dati allarmanti frutto anche dell'inganno a cui oggi molti sono esposti: l'inganno che il sesso e tutto ciò che ne fa parte, sia una cosa naturale nell'uomo. In realtà, se ci confrontiamo con le città di Sodoma e Gomorra, vediamo come noi viviamo in una perversità addirittura maggiore: anzi, noi non abbiamo scuse perchè Sodoma e Gomorra non avevano visto Gesù e non conoscevano quindi la Sua Gloria e Santità. Noi invece conosciamo la Verità per tramite di Gesù e della Sapienza del Vangelo.
 Se il destino di queste due città è stato la distruzione, quale potrà essere il destino della nostra attuale società che vive sottomessa alla schiavitù del peccato? Dobbiamo capire che il sesso è un dono che proviene da Dio con la finalità di unire un uomo e una donna per sempre: da quest'unione profonda, scatta la scintilla della vita e cioè la procreazione. Il sesso concepito come richiamo a cui non si può resistere è un grosso errore: questo vuol dire che si è schiavi della carne, sottomessi al peccato e quindi lontani da Dio.
San Paolo dice "Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione." 
Cosa vuol dire? Vuol dire che un uomo di Cristo non deve più commettere peccato mortale, ma usare ciò che possiede per raggiungere la strada della santificazione. Questo significa eliminare dalla nostra vita pratiche perverse legate al sesso per vivere il sesso all'interno dell'unione santa matrimoniale. Anche San Pietro confermerà questo pensiero invitando, chi non sarebbe riuscito a vivere nella castità, a contrarre matrimonio, all'interno del quale tutto era lecito.
Quindi, nel proseguo del nostro cammino insieme a San Paolo, abbiamo imparato che noi siamo sì salvi per Grazia e quindi per fede in Gesù Cristo, ma che non siamo più sottomessi al dominio del peccato e specialmente della carne, poiché il peccato è morto già con il Battesimo e oggi noi viviamo, o meglio dobbiamo vivere, per Dio e per la santificazione che, badate bene, non è solo una meta per pochi, ma è un traguardo per tutti noi che viviamo in Cristo Gesù!

 " Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore."


4 commenti:

Mikhael ha detto...

Il Signore è perfetto e in Lui non vi è nessuna macchia; ora noi per diventare uomini perfetti e a Lui graditi, dobbiamo fare ciò che Egli ci comanda. I Suoi sono comandamenti perché noi attraverso l'obbedienza possiamo praticare ciò che Egli ci insegna per diventare ciò che dobbiamo essere per meritarci la salvezza. Dio come Padre buono ci insegna a fare ciò che è veramente buono per noi. Come un padre che comanda al figlio di frequentare la scuola, per il bene di quel figlio perché cresca in sapienza e sappia far fronte ai problemi che la società presenta, altrimenti diverrebbe un ragazzo ignorane e ribelle che risponde ai problemi con la disonestà perché così gli riesce di fare poiché gli manca la sapienza e non sa come far fronte a "quella problematica", così agisce nell'ignoranza credendo "quella" sia la soluzione migliore da prendere e la soluzione dell'ignorante si chiama malavita e illegalità e la malavita e l'illegalità sono la rovina dell'uomo. Quel padre quindi comandanda al figlio di frequentare la scuola perché crescendo nell'istruzione sappia farsi largo nella società, per un lavoro che possa sostenere lui e la sua futura famiglia per vivere. Quel padre rappresenta il Signore che comanda ai Suoi figli di fare "questo" o "quello" che acquista sapienza, fortezza, amore, carità, umiltà che sono i veri beni che un uomo possa possedere, i beni che "comprano" il Paradiso. La scuola a cui Egli ci comanda di frequentare è quella del Figlio, della Chiesa che è corpo mistico del Figlio, la sapienza è senz'altro la conoscenza delle cose del Cielo, il lavoro è il servizio a Dio e al prossimo, il guadagno sono i beni spirituali e la vita è quella vera dello Spirito, quella del Cielo che mai passa. Il Signore quindi ci comanda di fare cose buone per il nostro vero bene poiché Egli ci ama e desidera la nostra salvezza. Qualcuno potrebbe chiedersi: "Ma Dio può tutto, volendo potrebbe salvare tutti". La Sua Giustizia richiede questo. Se un uomo vive nel peccato senza mai pentirsi, la Giustizia Divina richiede la condanna, ma se un uomo si pente trova perdono presso la Misericordia di Dio. Quindi il Signore pur desiderando la salvezza di tutti gli uomini, non può salvare coloro che hanno speso tutta la loro vita nel peccato perché Dio è giusto e non può premiare chi non si è meritato il premio. La Misericordia è più grande della Giustizia perché se un uomo si pente di cuore, il Signore subito gli condona tutto il debito!

Mikhael ha detto...

Quindi basta davvero un sincero pentimento perché il Signore ci rimetta a nuovo e ci renda degni della salvezza. Dunque il Signore per sottrarci alla Sua Giustizia ci richiama continuamente sulla via della conversione perché pentendoci possiamo essere assolti dalla Sua Misericordia e non avere colpe da meritare la condanna. L'impurità è il male più grave perché esso fa degenerare l'uomo e gli fa commettere i peggiori peccati. Per comprendere queste cose occorre immergere la propria anima nella contemplazione delle cose del Cielo, scrutando le Sacre Scritture, istruirsi con gli insegnamenti dei santi, ma soprattutto partecipare attivamente alla vita della Chiesa, ai Sacramenti, alle opere di carità perché l'animo si formi e si purifichi e l'intelligenza si liberi dalla ragnatela del peccato e il vaso della sapienza diventi come oro pregiato degno di ospitare lo Spirito di Sapienza; infatti un vaso sporco non può contenere l'acqua pulita, così un'anima cattiva non può ricevere in sé lo Spirito di Sapienza; al contrario un'anima umile è come un vaso pulito degno di ricevere acqua pulita e nutriente, quindi degna di ricevere lo Spirito di Sapienza. L'umiltà è il detersivo dell'anima, la pulisce e la rende tanto bella e degna che il Signore va ad abitare in essa. Uno sposo non si unisce in matrimonio con un'adultera, così Dio non entra nei cuori sporchi perché la Purezza non si disgusti al fetore dell'impurità del cuore. Solo se l'anima osserva la parola del Figlio, il Padre la amerà e prenderà dimora presso di lei. Perché il mondo conosca lo spirito, deve cessare di essere mondo e diventare cielo. Ovvero l'uomo del mondo deve convertirsi e diventare uomo del cielo per comprendere le cose di lassù. Chiediamo al Padre, nel nome del Figlio che invii lo Spirito Santo sopra tutta l'umanità perché riempita dallo Spirito di Sapienza possa camminare sulle giuste vie e comprendere il senso delle cose che un tempo furono nascoste ma che con Cristo furono rivelate.

Un caro saluto!

Angel ha detto...

Grazie di queste tue parole Mik! Hai colto bene il senso del messaggio di questo appuntamento di oggi e spero che anche chi passa di qui, colga quest'aspetto importante. Rinunciamo alle impurità e conduciamo una vita basata su amore, carità e fede: tre parole, un unico concetto di vita! Un caro saluto!

Mikhael ha detto...

Per cogliere quest'aspetto importante devono vivere in sintonia con Dio, altrimenti accade come quelli su YouTube...

Santa Faustina ebbe il privilegio di vedere i tre attributi di Dio: Santità, Giustizia e Amore e Misericordia. Amore e Misericordia è un unico attributo e Santa Faustina ha scritto che è l'attributo più grande e lo riconosce nell'incarnazione del Verbo.

Un caro saluto!

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