venerdì 6 agosto 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Quinto appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino ci porta oggi verso il significato pregnante dell'obbedienza e del sacrificio del nostro Signore Gesù Cristo, nei confronti di tutti gli uomini.


Quinta parte della Lettera di San Paolo apostolo ai Romani   


Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo;per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci
troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche
nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata 4e la
virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri
cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento
si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una
persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per
mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte
del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci
gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la
riconciliazione.
Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così
anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era
peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte
regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a
quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di
più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in
abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il
giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la
giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto
di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per
mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per
l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. similmente,
come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di
uno solo tutti saranno costituiti giusti.
La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha
sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia
con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

COMMENTO

Nel percorso insieme a San Paolo, oggi impariamo dell'importanza del sacrificio di Gesù. San Paolo, infatti, si sofferma molto sul come, attraverso Gesù Cristo, siamo entrati nella grazia divina, lasciando la morte del peccato che regnava su di noi, prima del sacrificio.

Infatti, per mezzo della caduta in tentazione di Adamo, nel mondo è entrato il peccato, il male, la disobbedienza. Tutti noi sappiamo di come la colpa di Adamo abbia prodotto la cacciata dell'uomo dal Paradiso Terrestre, il famoso Giardino dell'Eden. E da quel momento l'uomo è stato sotto il peccato e la colpa pendeva sopra il suo capo, benché la Legge doveva ancora venire. Ma la morte non poteva avere l'ultima parola e Dio, nella Sua infinita Grazia, ha predisposto tutto affinché l'uomo si rialzasse dalla morte per tornare a vivere. Ma cosa Dio ha fatto per noi, per farci vivere? Ha fatto qualcosa che nessun genitore sulla Terra avrebbe mai potuto realizzare: ha permesso il sacrificio del Suo Unigenito Figlio Gesù: Colui che avrebbe lavato il mondo dal peccato e dalla morte, riconciliando l'uomo con Dio Suo Padre. Gesù si è caricato le colpe e i peccati di tutti gli uomini, di ogni generazione e l'ha portati con sé sino al momento in cui ha esalato il Suo ultimo respiro terrestre. Ha affrontato l'umiliazione e la tortura, lasciandosi uccidere dagli uomini nonostante la Divinità. Come un agnello condotto al macello, senza proferire parola. 

Per mezzo dell'obbedienza di un uomo solo, tutti saranno costituiti giusti: è questo il grande segno della Redenzione di Gesù. Adempiendo fino all'ultimo la Parola di Dio, Gesù ha dato noi l'opportunità di redimerci e di rialzarci dalla morte e dalle tenebre eterne. Ciò significa che esattamente come il male è entrato nel mondo a causa della disobbedienza di un uomo, allo stesso modo la grazia è entrata nel mondo a causa dell'obbedienza di un Uomo. Adamo e Gesù diventano la faccia di una stessa medaglia, con la differenza che per mezzo di Gesù Cristo, l'uomo ha trovato la Via, la Salvezza, la Vita Eterna. 

San Paolo ci tiene a soffermarsi su questo, per farci capire il significato profondo della Venuta di Gesù e della Grazia di Dio, visto che molti ancora oggi, si chiedono cosa Dio ha fatto per l'uomo. Dio ha fatto in modo che l'uomo, nonostante il peccato e il male che lo sovrastava, avesse l'opportunità di conoscere una Via sicura che conducesse alla Salvezza, alla vita eterna dove il male non regnerà più: l'uomo, per mezzo di Gesù Cristo, potrà finalmente trovare la vera vita che aveva perduto a causa della caduta di Adamo.  Ma resta chiaro che potrà trovare questa vita, solo se lo vorrà: solo se avrà fede in Colui che li ha liberati dalla schiavitù eterna del male e del peccato, attraverso la Resurrezione dai morti. Dunque, la morale di oggi, che riassume questo percorso è: 

Abbiate fede in Cristo Gesù!


1 commenti:

Mikhael ha detto...

Più leggo le lettere di San Paolo e più resto stupito per la Sapienza che egli possedeva. Si percepisce nelle sue parole la presenza dello Spirito Santo che è entrato in lui e lo ha redento. Oggi senza saperlo abbiamo affrontato più o meno lo stesso tema per quanto riguarda la morte entrata nel mondo per mezzo di Adamo e la vita per mezzo di Gesù Cristo.

Adamo ed Eva hanno avuto una discendenza di peccatori, Gesù Cristo e Maria una discendenza di santi.

E' questo il regno di Dio: un regno nel quale ci sono cittadini santi e tutti chiamati alla santità. Questo è il regno di Dio: La Chiesa.

Un caro saluto e a presto!

Un caro saluto

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