Oggi torno nel mio angolo per lasciare un pensiero su questa giornata così particolare per tutti noi. Io devo ammettere che qualche anno fa, non sapevo molto di Paolo di Tarso. Anzi, a dirla tutta, a malapena ricordavo l’illuminazione sulla Via di Damasco, perché se ne sentiva parlare, a volte a sproposito.
Da quando invece, lessi direttamente, gli Atti degli Apostoli, scorsi questa figura e mi colpì soprattutto una cosa: il fatto che un uomo duro, che uccideva i cristiani e che era odiato e timorato dagli uomini di allora per la sua ferocia anticristiana, potesse essere scelto per portare la Parola di Dio fino agli estremi della Terra. E’ una cosa rivoluzionaria per noi: un uomo crudele viene scelto per diventare il buono. Apparentemente questa è una cosa assurda e vediamo oggi come sia impensabile pensare che ci sia un cuore in uomini che si comportano con crudeltà e cattiveria. Anzi pensiamo che sia giusta la pena di morte per rispondere alle loro azioni, come se spetta a noi decidere della vita di una persona.
Eppure, Gesù aveva scelto lui sin dagli inizi dei tempi. E questo dimostra anche un'altra cosa: l’amore di Dio è capace di sbriciolare ogni muro, ogni resistenza e di sciogliere anche i cuori più duri. Mentre la nostra razionalità e il nostro sentimentalismo ci bloccano, Dio non si blocca e arriva a toccare i cuori di tutti, anche i più duri. E penso allora che la frase di Gesù (“ non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”) assume un significato diverso, più pregnante e deciso: Gesù non solo perdona i peccatori, ma li chiama a far parte di qualcosa di grande che supera la concezione umana. Gesù viene e chiama i peccatori che invece noi escludiamo ed emarginiamo. Noi abbiamo aperto questo spazio per cercare di giungere a tutti, soprattutto ai peccatori e sappiamo quanto ciò sia difficile. Ma mi permetto un autocritica: noi ancora non abbiamo capito e ancora non siamo in grado di capire il vero significato delle parole di Gesù. Noi vogliamo evangelizzare, ma a cosa serve se poi ci arrendiamo e ci fermiamo dinanzi al peccatore duro di cuore? Ho incontrato molte persone qui che ci hanno saputo solo insultare e minare la nostra fede: e noi li abbiamo dato pronta risposta, ma non li abbiamo né accolti e né capiti. Molte volte, lanciamo anatemi verso di loro cercando quasi di toccare le corde della paura e del timore. Però, mi è capitato qualcosa quando ho visto un film sulla vita di Gesù. Una scena che vedeva protagonisti prima Pietro e Gesù e poi Gesù e Matteo Levi, il pubblicano. In entrambe le scene, sia Pietro e sia Matteo, si rivolgono in malo modo a Gesù. La nostra prima reazione sarebbe stata di rispondere loro e di dire che Dio li avrebbe puniti se non si fossero convertiti. Gesù invece non si scompone e rimane calmo e quieto e risponde con semplicità, chiedendo a Matteo di poter cenare con lui. E’ qualcosa di incredibile e di pazzesco: nonostante l’atteggiamento sbruffone, nonostante Matteo sia un uomo avido che si è arricchito sulla povertà altrui, viene ad avere una cena con Gesù, il Santo. E Matteo diventa anche un discepolo di Gesù: cioè un uomo considerato sempre come ladro e per questo mal visto da tutti, viene scelto da Gesù per seguirlo. E il tutto avviene con calma e senza ricorrere a parole grosse o a rabbia. Gesù semplicemente sa come toccare le corde del cuore.
Noi tutti, se vogliamo crescere in questo compito di evangelizzazione, dobbiamo guardare a Gesù come esempio: tollerare, non rispondere, porgere sempre la guancia anche se ci insultano ripetutamente. Perché è così che possiamo mostrare il Volto di Gesù: se invece allontaniamo o censuriamo o diciamo che un uomo è senza speranza e quindi va lasciato perdere, non avremo ottenuto nulla. E pensandoci, Gesù non avrebbe mai potuto convertire quegli uomini se avesse ascoltato i suoi discepoli che molte volte lo sconsigliavano di avere a che fare con certe persone.
Paolo è un esempio particolare perché dimostra che nessun uomo è perduto a priori: nessun uomo è condannato a priori, ma Dio ha donato a tutti una possibilità di poter cambiare, di poter convertire il proprio cuore e non solo Paolo è un esempio di questo: guardate San Francesco oppure Sant’Agostino: tutti uomini di mondo che lasciano tutto per amore di Dio che finalmente hanno trovato.
Prendiamo dunque esempio da Gesù e preghiamo ed evangelizziamo affinché l’illuminazione sulla Via di Damasco, arrivi per più anime possibili. Ma portiamo la Parola di Dio nel luogo del peccato perché lì c’è più bisogno: youtube, facebook o forum e blog: andiamo lì e portiamo lì la Parola di Dio. E lo stesso nella vita reale. Evangelizzare è una missione importante, ma bisogna farlo con il cuore e con l’esempio vivo di Gesù Cristo.
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