mercoledì 15 settembre 2010
Meditiamo Maria Addolorata
"E anche a te una spada trafiggerà l'anima" (Luca 2,35b).
Con queste parole, Simeone preannunciò a Maria il dolore che avrebbe dovuto sopportare per il bene dell'umanità. Noi tendiamo a dare per scontato molte cose incluso il dolore patito da Gesù e da Maria. Quale madre vorrebbe vedere il figlio uscito dal proprio grembo, sacrificato su di una Croce? E quale madre troverebbe consolazione nel fatto che tale sacrificio è per il bene del mondo, soprattutto quando il mondo sembra malvagio?
A queste domande dobbiamo rispondere per capire il senso di questa ricorrenza odierna che segue la festa dell'Esaltazione della Croce. Tra ieri e oggi abbiamo visto il sacrificio di Gesù, il dolore, la morte, la sofferenza e le lacrime. Perchè tutto questo? Per farci capire il senso del sacrificio, del dolore, della morte e della sofferenza nonché delle lacrime. Il sacrificio così come il dolore e la sofferenza sono sensazioni che ci portano in comunione con Cristo proprio perchè Lui le ha provate direttamente. Era necessario che avvenisse questo per adempiere le Scritture e perchè l'uomo vedesse finalmente la speranza, la luce in un mondo circondato e dominato dalle tenebre.
Maria ha sempre sofferto anche perchè Gesù non era proprio il tipo di figlio che poteva pensare alla vita terrena invece che all'eredità. Pensiamo a molti madri di oggi: quando un figlio dichiara di voler intraprendere la strada del sacerdozio o della vita religiosa, come reagisce? Non bene nella maggior parte dei casi proprio perchè non capisce. Una madre vorrebbe vedere il proprio figlio sposarsi, costruirsi una famiglia ed un futuro. E' naturale che sia così. Però questo è un pensiero terreno che non tiene in debito conto ciò che conta realmente. Maria ha accettato tutto perchè sapeva che Gesù era la salvezza del mondo: di certo non poteva opporsi ad un simile disegno e non poteva opporsi nemmeno al fatto che Gesù l'avrebbe lasciata per la predicazione. Così, la madre di oggi dovrebbe capire che una scelta compiuta in nome della fede, è una scelta che va compresa, accettata e custodita nel proprio cuore: non va assolutamente ostacolata perchè significa ostacolare il progetto di Dio.
Qual è dunque il ruolo di Maria in tutto questo? Si ferma all'esempio? No, Maria non è solo un esempio per tutte la mamme del mondo. Maria è colei che è stata sempre presente nei momenti cruciali di Gesù: ovviamente c'era alla Nascita, c'era quando Gesù si è rifugiato in Egitto; c'era quando Gesù venne presentato al tempio (dove si soffermò a parlare con i dottori mentre i genitori lo cercavano ovunque); c'era al primo miracolo di Gesù narrato cioè quello delle nozze di Cana; c'era durante la predicazione di Gesù; c'era infine alla Morte ed infine alla Resurrezione di Gesù! Quindi, Maria ha provato su di sé la gioia e il dolore di Gesù. Quella spada che ha trafitto la sua anima non è minore alla lancia che ha trafitto il costato di Gesù. Le lacrime che hanno terso il suo viso sono simili alle lacrime versate da Gesù nel Getsemani. Maria e Gesù sono in pratica legati in maniera particolare: tutto ciò che prova Gesù, lo prova anche Maria. E persino l'ultimo pensiero terreno di Gesù è per Maria, quando provvede alla sua adozione come madre dell'uomo.
Il dolore di Maria ci serva dunque a farci comprendere che attraverso il dolore, la sofferenza e le lacrime vi è la porta stretta che conduce alla vita. Gesù ci ha mostrato la via e come? L'ha mostrata versando il Suo stesso Sangue fino all'ultima goccia. L'ha mostrata donando tutto il Suo Corpo per noi. Le Sue piaghe stanno lì a testimonianza dell'obbedienza completa al Padre e tutto questo ci deve servire anche per ripensare e per dare un senso nuovo alla sofferenza e al dolore, e quindi alle croci quotidiane della nostra vita. Ogni goccia di sudore che versiamo, ogni lacrima che terge il nostro viso, ogni sofferenza fisica o spirituale è comunione con Cristo: nulla del nostro dolore è invano, ma è attraverso di esso che giungeremo alla meta promessa. Infatti, il dolore che proviamo oggi è nulla in confronto alla gioia eterna e alla felicità che proveremo nel Regno di Dio e finalmente smetteremo di soffrire.
Se dunque non vogliamo che Gesù soffra ancora e così anche Maria, allora smettiamo di prendercela con Loro: smettiamola di accusare Loro del male che ci colpisce; smettiamola di vivere la nostra vita nell'egoismo; smettiamola di cercare solo e sempre una vita migliore perchè vita migliore è solo Cristo; smettiamola sopratutto di bestemmiare il Loro nome perchè è terribile che il Sacrificio di Gesù venga deriso e calunniato.
Meditiamo Maria addolorata per comprendere appieno cosa significa provare dolore dinanzi alla Croce e al Sacrificio di Gesù Cristo.
Con queste parole, Simeone preannunciò a Maria il dolore che avrebbe dovuto sopportare per il bene dell'umanità. Noi tendiamo a dare per scontato molte cose incluso il dolore patito da Gesù e da Maria. Quale madre vorrebbe vedere il figlio uscito dal proprio grembo, sacrificato su di una Croce? E quale madre troverebbe consolazione nel fatto che tale sacrificio è per il bene del mondo, soprattutto quando il mondo sembra malvagio?
A queste domande dobbiamo rispondere per capire il senso di questa ricorrenza odierna che segue la festa dell'Esaltazione della Croce. Tra ieri e oggi abbiamo visto il sacrificio di Gesù, il dolore, la morte, la sofferenza e le lacrime. Perchè tutto questo? Per farci capire il senso del sacrificio, del dolore, della morte e della sofferenza nonché delle lacrime. Il sacrificio così come il dolore e la sofferenza sono sensazioni che ci portano in comunione con Cristo proprio perchè Lui le ha provate direttamente. Era necessario che avvenisse questo per adempiere le Scritture e perchè l'uomo vedesse finalmente la speranza, la luce in un mondo circondato e dominato dalle tenebre.
Maria ha sempre sofferto anche perchè Gesù non era proprio il tipo di figlio che poteva pensare alla vita terrena invece che all'eredità. Pensiamo a molti madri di oggi: quando un figlio dichiara di voler intraprendere la strada del sacerdozio o della vita religiosa, come reagisce? Non bene nella maggior parte dei casi proprio perchè non capisce. Una madre vorrebbe vedere il proprio figlio sposarsi, costruirsi una famiglia ed un futuro. E' naturale che sia così. Però questo è un pensiero terreno che non tiene in debito conto ciò che conta realmente. Maria ha accettato tutto perchè sapeva che Gesù era la salvezza del mondo: di certo non poteva opporsi ad un simile disegno e non poteva opporsi nemmeno al fatto che Gesù l'avrebbe lasciata per la predicazione. Così, la madre di oggi dovrebbe capire che una scelta compiuta in nome della fede, è una scelta che va compresa, accettata e custodita nel proprio cuore: non va assolutamente ostacolata perchè significa ostacolare il progetto di Dio.
Qual è dunque il ruolo di Maria in tutto questo? Si ferma all'esempio? No, Maria non è solo un esempio per tutte la mamme del mondo. Maria è colei che è stata sempre presente nei momenti cruciali di Gesù: ovviamente c'era alla Nascita, c'era quando Gesù si è rifugiato in Egitto; c'era quando Gesù venne presentato al tempio (dove si soffermò a parlare con i dottori mentre i genitori lo cercavano ovunque); c'era al primo miracolo di Gesù narrato cioè quello delle nozze di Cana; c'era durante la predicazione di Gesù; c'era infine alla Morte ed infine alla Resurrezione di Gesù! Quindi, Maria ha provato su di sé la gioia e il dolore di Gesù. Quella spada che ha trafitto la sua anima non è minore alla lancia che ha trafitto il costato di Gesù. Le lacrime che hanno terso il suo viso sono simili alle lacrime versate da Gesù nel Getsemani. Maria e Gesù sono in pratica legati in maniera particolare: tutto ciò che prova Gesù, lo prova anche Maria. E persino l'ultimo pensiero terreno di Gesù è per Maria, quando provvede alla sua adozione come madre dell'uomo.
Il dolore di Maria ci serva dunque a farci comprendere che attraverso il dolore, la sofferenza e le lacrime vi è la porta stretta che conduce alla vita. Gesù ci ha mostrato la via e come? L'ha mostrata versando il Suo stesso Sangue fino all'ultima goccia. L'ha mostrata donando tutto il Suo Corpo per noi. Le Sue piaghe stanno lì a testimonianza dell'obbedienza completa al Padre e tutto questo ci deve servire anche per ripensare e per dare un senso nuovo alla sofferenza e al dolore, e quindi alle croci quotidiane della nostra vita. Ogni goccia di sudore che versiamo, ogni lacrima che terge il nostro viso, ogni sofferenza fisica o spirituale è comunione con Cristo: nulla del nostro dolore è invano, ma è attraverso di esso che giungeremo alla meta promessa. Infatti, il dolore che proviamo oggi è nulla in confronto alla gioia eterna e alla felicità che proveremo nel Regno di Dio e finalmente smetteremo di soffrire.
Se dunque non vogliamo che Gesù soffra ancora e così anche Maria, allora smettiamo di prendercela con Loro: smettiamola di accusare Loro del male che ci colpisce; smettiamola di vivere la nostra vita nell'egoismo; smettiamola di cercare solo e sempre una vita migliore perchè vita migliore è solo Cristo; smettiamola sopratutto di bestemmiare il Loro nome perchè è terribile che il Sacrificio di Gesù venga deriso e calunniato.
Meditiamo Maria addolorata per comprendere appieno cosa significa provare dolore dinanzi alla Croce e al Sacrificio di Gesù Cristo.
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