venerdì 3 settembre 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Nono appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci porta a comprendere che la salvezza di Dio e la discendenza di Abramo non si fermano ad Israele, ma raggiungono il mondo intero.

Nona parte della Lettera di San Paolo apostolo ai Romani

1Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: 2ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 3Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 4Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 5i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

6Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele, 7né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza, 8cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma come discendenza sono considerati solo i figli della promessa. 9Queste infatti sono le parole della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un figlio. 10E non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: 11quando essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama - 12le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, 13come sta scritto:

Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.


14Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No certamente! 15Egli infatti dice a Mosè:

Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.


16Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia. 17Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18Dio quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole

19Mi potrai però dire: "Ma allora perché ancora rimprovera? Chi può infatti resistere al suo volere?". 20O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". 21Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare? 22Se pertanto Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, già pronti per la perdizione, 23e questo per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla gloria, 24cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma anche tra i pagani, che potremmo dire?

25Esattamente come dice Osea:

Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
26E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto loro:
"Voi non siete mio popolo",
là saranno chiamati figli del Dio vivente.

27E quanto a Israele, Isaia esclama:

Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
28perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra.

29E ancora secondo ciò che predisse Isaia:

Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.

30Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva dalla fede; 31mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è giunto alla pratica della legge. 32E perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo, 33come sta scritto:

Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.

COMMENTO

Questo passo della Lettera di San Paolo può sembrare alquanto strano perchè ci mostra il volere di Dio come qualcosa di indefinito, senza senso. A prima vista può sembrare che tutto ciò che facciamo è inutile perchè Dio ha voluto noi in questo modo. In realtà, non è propriamente così e bisogna porre attenzione non solo alle parole, ma anche al contesto. Sappiamo, infatti, che il periodo è seguente alla Crocifissione di Gesù da parte degli ebrei, quelli stessi che si ritenevano salvi in virtù della discendenza da Abramo. Già altrove troviamo questo riferimento alla discendenza e precisamente nel tempo della predicazione di San Giovanni Battista: «Fate opere di conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli a Abramo da queste pietre» (Mt 3,8-9; Lc 3,8)

Che cosa significa questa parola? Significa che non in virtù della discendenza carnale si è salvi, come gli ebrei pensavano, ma in virtù della discendenza dello spirito e della fede di Abramo. Il concetto è che Abramo è padre di tutti coloro che vivono in fede la loro vita. Egli non è padre di carne, ma di fede! Egli diviene un modello per tutti gli uomini, un modello di fede: perchè attraverso la fede egli ottenne la salvezza e misericordia di Dio. Così come Abramo, anche noi saremo salvi non in virtù della carne o delle opere, ma in virtù della fede perchè da essa tutto scaturisce. 

Dunque, tornando al tema principale,  sì, Dio può disporre dei cuori degli animi: ma non perchè gli piace giocare con le nostre vite, ma solo per mostrarsi a noi. Riflettiamo: perchè Dio indurì il cuore del faraone d'Egitto ai tempi di Mosè? Semplice, perchè in questo modo, Egli poteva mostrare la Potenza al suo popolo eletto che così poteva credere nell'incredibile. Allo stesso modo, Dio indurisce i cuori per poi scioglierli e mostrare così la Sua Misericordia infinita: questo è ciò che accadde, ad esempio, allo stesso San Paolo: cuore duro sciolto come neve al sole dinanzi all'apparizione di Gesù Cristo!

Dunque, chi siamo noi per sindacare la Volontà del Padre che ci ha creati? Possiamo forse disputare con Lui? No di certo, però possiamo tendere, o meglio, cercare di comprendere con quella sapienza che viene dal Vangelo e da Dio e quindi, dallo Spirito Santo, esattamente come fa San Paolo. e la volontà di Dio si spiega nella diffusione della salvezza al mondo intero: figli di Abramo non sorgeranno solo tra i figli di Israele (i quali restano pur sempre il popolo scelto da Dio e da Gesù secondo la carne), ma dal mondo intero. Come dice Gesù: "«Molti verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa con Abramo« (Mt 8,11).

Questa è la buona novella che impariamo oggi: la salvezza di Dio non ha limiti e non si ferma ai figli di Israele, ma travalica ogni confine, per giungere sino agli estremi confini della Terra. Per essere anche noi parte di questa salvezza e per ottenere di partecipare alla mensa insieme con Abramo, dobbiamo solo fare come lui: avere fede nel Dio vivente!

 

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