mercoledì 31 marzo 2010

Storia della legittimazione della pedofilia

Nei giorni scorsi, la Vigna si è interessata dei casi di pedofilia che hanno sconvolto la Chiesa, ponendola anche sotto un attacco incredibile e spropositato. Noi abbiamo già detto che condanniamo questi episodi, invitando però a non gettar fango su tutta la Chiesa per non minare l'operato di quei sacerdoti che davvero danno la loro vita, per servire e fare la Volontà di Dio. Oggi, su segnalazione di un nostro fratello (thevandeano) che ringraziò molto, postiamo un articolo (uscito su «O Globo» il 27 aprile 2002) tradotto e pubblicato sul sito rinocammilleri.com, che tratta del caso pedofilia e del piano di legittimazione della pedofilia e il ruolo del cristianesimo:

In Grecia e nellImpero Romano luso di minori per la gratificazione sessuale degli adulti era una pratica tollerata e persino apprezzata. In Cina, i bambini castrati erano venduti a ricchi pedofili e questo è stato un commercio legittimo per millenni. Nel mondo islamico, la morale rigida che regola i rapporti tra uomini e donne sono spesso compensati dalla tolleranza circa la pedofilia omosessuale. In alcuni Paesi si è protratta almeno fino allinizio del XX secolo, rendendo lAlgeria, per esempio, un giardino di delizie per i viaggiatori depravati (leggere le memorie di André Gide, Si le grain ne meurt). In tutti quei luoghi dove la pratica della pedofilia decadde, fu per linfluenza del cristianesimo e praticamente solo per essa che ha liberato i bambini da quel terribile giogo. Ma che ha pagato un pedaggio. È stata come una corrente sotterranea di odio e di risentimento che ha attraversato due millenni di storia, aspettando il momento della vendetta. Quel momento è arrivato. Il movimento di induzione alla pedofilia inizia con Sigmund Freud quando crea una versione caricaturale erotizzata dei primi anni di vita, una storia assorbita facilmente dalla cultura del secolo. Da allora la vita familiare, nellimmaginario occidentale, è sempre più stata vista come una pentola a pressione di desideri repressi. () Il potenziale politico esplosivo di questa idea è immediatamente utilizzato da Wilhelm Reich, psichiatra comunista che organizza in Germania un movimento per liberazione sessuale dei giovani, poi trasferito negli Stati Uniti, dove arriva a costituire, probabilmente, lidea guida principale per la rivolta degli studenti negli anni 60. Nel frattempo, il Rapporto Kinsey, che ora sappiamo essere stato una frode in piena regola, distrugge limmagine di rispettabilità dei genitori, presentandoli alle nuove generazioni come ipocriti malati o come occulti libertini sessuali.
Larrivo della pillola e dei preservativi, che i governi stanno cominciando a distribuire allegramente nelle scuole, suona come il tocco di liberazione generale dellerotismo dei bambini e degli adolescenti. Da allora lerotizzazione dellinfanzia e delladolescenza si propaga dai circoli accademici e letterari alla cultura delle classi medie e basse attraverso innumerevoli film, spettacoli televisivi, gruppi di incontro, corsi sulla pianificazione familiare, annunci e tutto il resto. Leducazione sessuale nelle scuole diventa un incentivo diretto ai bambini e ai giovani a praticare ciò che vedono nei film e in televisione. Ma fin qui la legittimazione della pedofilia è solo insinuata, nascosta, in mezzo a rivendicazioni che la includono come conseguenza implicita. () Uno degli autori del Rapporto Kinsey, Wardell Pomeroy, pontifica che lincesto spesso può essere utile.
Con il pretesto della lotta contro la discriminazione, i rappresentanti del movimento gay sono autorizzati a insegnare nelle scuole elementari i benefici della pratica omosessuale. Chiunque vi si opponga è stigmatizzato, perseguitato, licenziato. () È impensabile che una rivoluzione mentale tanto ampia, che si è diffusa in tutta la società, miracolosamente non influenzi una parte speciale del pubblico: i sacerdoti e seminaristi. Nel loro caso si è sommato alla pressione esterna uno stimolo speciale, ben calcolato per agire dallinterno. In un libro recente, Goodbye, Good Men, il corrispondente americano Michael S. Rose mostra che da tre decenni organizzazioni gay statunitensi stanno infiltrando loro membri nei dipartimenti di psicologia dei seminari per ostacolare lingresso dei candidati vocazionalmente forti e motivati per forzare lingresso massivo di omosessuali nel clero. () Molestati e sabotati, confusi e indotti, è inevitabile che prima o poi, molti sacerdoti e seminaristi finiscano per cedere al generale degrado nei confronti di bambini e adolescenti. E quando ciò accade, tutti gli esponenti della cultura moderna liberata, lintero establishment progressista, tutti i media avanzati, in breve, tutte le forze che per cento anni sono andati spogliando i bambini dellaura protettiva del cristianesimo per consegnarli alla cupidigia degli adulti cattivi, improvvisamente si rallegrano, perché hanno trovato un innocente sul quale scaricare la loro colpa. Cento anni di cultura pedofila, allimprovviso, sono assolti, puliti, riscattati davanti allOnnipotente: lunico colpevole di tutto è il celibato sacerdotale! Il cristianesimo deve pagare adesso per tutto il male che ha impedito loro di fare. () Mai la teoria di René Girard sulla persecuzione del capro espiatorio come soluzione per il ripristino delle unità illusoria di una collettività in crisi, ha trovato una conferma così evidente, così ovvia, così universale e allo stesso tempo. ()».   FONTE

lunedì 29 marzo 2010

La Settimana Santa

Oggi, si è aperta la Settimana Santa che culminerà nel Triduo Pasquale, composto dalla Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

In questa settimana, la cosa migliore da farsi è sicuramente meditare e riflettere sul Sacrificio che ha cambiato il mondo! Pensiamo all'amore enorme che Dio ha avuto per noi, perchè ha sacrificato il Suo Figlio per tutti noi, che siamo disobbedienti e facilmente inclini al male. Pensiamo al dolore provato da Dio nel vedere Gesù torturato dai figli che Lui stesso ha creato, dando la Vita! Pensiamo alla spada che ha trafitto l'anima di Maria nel vedere il suo povero figlio ucciso su una croce. Riflettiamo sull'amore, ma soprattutto sull'enorme obbedienza di Gesù che ha compiuto fino all'ultimo respiro, la Volontà di Dio. Pensiamo al fatto che Lui si è sottoposto alle nostre stesse tentazioni, resistendo fino all'ultima tentazione e cioè quella di scendere dalla Croce, mostrando la Sua divinità e Potenza! Pensiamo alla enorme misericordia di Gesù che sussurra all'uomo, crocifisso alla sua destra, tra il dolore della Croce, "In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso"!

Viviamo questa settimana pensando a come l'ha vissuta Gesù, più di duemila anni fa. Il pensiero della morte che ormai lo metteva alla prova, il tormento che può aver vissuto nei giorni precedenti la morte, sapendo che il momento era giunto. E' giusto che, in questa settimana, rinunciamo a qualcosa per condividere con Lui la sofferenza e il dolore di questa settimana. Non trascorriamola nel divertimento o nell'egoismo o nella bambagia, ma uniamoci a Gesù, nel profondo del cuore, cercando di condividere quei momenti vissuti da Gesù, ricordandoci che tutto è stato compiuto solo per darci la salvezza! Egli ha sopportato tutto solo per poterci salvare!

Come ci ha ricordati Patrizia la settimana scorsa, accostiamoci alla Confessione in questi giorni, per liberarci dal male e vivere, nel perdono di Cristo, questa Pasqua di Resurrezione e di Redenzione che ci attende! Io, dal mio piccolo spazio, vi auguro di trascorrere questa Settimana Santa, tendendo alla Santità e tendendo a rivivere, nel proprio cuore, la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù, tenendo a mente sempre che tutto è avvenuto a causa dei nostri peccati e che se ora abbiamo una possibilità di salvezza, questa è grazie a questi momenti vissuti da Gesù...

giovedì 25 marzo 2010

Pecore in mezzo ai lupi

Oggi, il mio caro amico Mik, mi ha reso partecipe di un salmo che voglio condividere anche con tutti voi che seguite:

Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;

sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.

Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Piangevo su di me nel digiuno,
ma sono stato insultato.

Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato per loro oggetto di scherno.

Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi deridevano.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.

Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde.

Non mi travolga la corrente,
l'abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca.



Non pensavo che un giorno, anche io, mi sarei immedesimato in queste parole. Il mondo non ci vuole, il vicino ci espelle, l'amico ci prende per pazzi e il parente non ci capisce.  Mik ha avuto un esperienza di solitudine di cui ovviamente non posso parlarvi, ma che però mi ha confermato ciò che anche io provo e sento. Finora sono stato costretto ad agire quasi nell'ombra, conservando gelosamente l'anonimato: nessuno che mi conosce, sa ciò di cui mi sto occupando. Fa tristezza vedere che ciò che dovrebbe essere naturale, oggi è da pazzia. Seguire Gesù è l'unica cosa che davvero conti in questo mondo eppure chi lo segue, quasi si vergogna di mostrarlo. Si chiude in sé stesso, nella preghiera, ma dall'ambiente esterno proviene il grido di solitudine in cui viene lasciato. Quasi come seguire Gesù sia una cosa da nascondere, da fare in gran segreto. Ho parlato con molti ragazzi che mi hanno seguito da quando ho aperto il blog iniziale. E molti di essi mi hanno confessato la solitudine, la paura persino di raccontare queste cose in casa, con i propri familiari. Nemmeno i genitori riescono a capire e talune volte, nemmeno i preti! Si, alcuni preti nemmeno comprendono cosa vuol dire seguire Gesù perchè si sono secolarizzati e mescolati nella società odierna. Mi ricordano gli uomini della Chiesa che, vedendo Francesco di Assisi, si scandalizzavano e mi ricordano i farisei che puntavano i loro sguardi sulle formalità e apparenze, dimenticandosi il cuore della Bibbia e il cuore di Dio (tanto duri erano da non riconoscere nemmeno il Messia!)
Gesù però ci aveva messi in guardia: ci aveva detto che saremmo stati come pecore in mezzo ad un branco di lupi. E così è. Siamo giudicati da tutti e insultati a priori, su pregiudizio, senza nemmeno lo sforzo di conoscere i nostri cuori e i nostri pensieri. Però, nonostante tutto, nonostante la solitudine, gli insulti, le facce storte, i capi che si scuotono e i familiari che non comprendono, io posso dire di essere felice di essere una pecora del gregge di Dio. Sono fiero di essere una pecora del gregge del Pastore Gesù. Sono pronto a lasciare ogni cosa, la mia vita, i mie beni, i miei affetti e tutto questo perchè io ho trovato la Luce di questo mondo. Un mondo crudele, immorale, insano (basta guardare chi ci governa) che però è illuminato da una Luce di speranza, di amore e di gioia e quella Luce splendente e folgorante è Gesù Cristo. 
Perciò vi dico: insultatemi, ignoratemi, prendetemi in giro, ma non mi fermerete e né mi farete cambiare idea: perchè l'amore, quello vero, non è in voi e né nelle cose che possedete: l'Amore vero, con la A maiuscola, è solo Dio capace di inondare il cuore di amore e capace di farci sentire la Sua consolazione. Io gli rendo testimonianza e sempre lo farò, fino a quando avrò respiro, fino a quando Lui vorrà! 

mercoledì 24 marzo 2010

Il cuore smarrito

Oggi voglio condividere con voi uno scritto di Padre Augusto Drago che tratta dell'indurimento del cuore umano:

Alla ricerca del Cuore smarrito



Non c’è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore.
La loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua seduce. (Salmo 5,10)


Meditavo sul versetto di questo Salmo alcuni giorni or sono. Durante la meditazione mi sono sorpreso ad interrogarmi circa il giudizio che i futuri storici daranno di questa porzione di tempo e di storia che stiamo attraversando. Pensavo che lo giudicheranno come il tempo della verità messa a tacere, ma, soprattutto, il tempo nel quale l’uomo ha smarrito il proprio cuore.

Troppe parole per non dire nulla e per nascondere la vacuità del cuore abitato solo da solitudine e da smarrimento, da una durezza, spesso spietata, da cui dilaga il male che genera altro male, come una catena i cui anelli sono stretti tra di loro in una insopportabile sequenza.

E’ il tempo del cuore infartuato, del cuore indurito, del cuore che non sa più amare.
L’odio è la morte del cuore.

Il risentimento è la sua grave patologia.
La rabbia è la sua follia.
Come sono profondamente vere le parole di Gesù e soprattutto così attuali: “Dal cuore provengono propositi malvagi, omicidi, adulteri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie…” (Matteo, 15,19).
Non c’è più Parola, quella che nasce dal silenzio, dai profondi spazi interiori e che è capace di costruire un mondo di bontà e di bellezza. Si sono inaridite le sorgenti del cuore….
Non desidero continuare la descrizione di questa pessimistica visione delle cose e dell’uomo. Voglio ostinatamente essere un ‘uomo che, nonostante tutto, osa sperare.
La speranza infatti è una scommessa vincente quando essa è riposta nel Cuore di Dio.
Nò, infatti, non ci si può fermare alla semplice constatazione del cuore smarrito. Dobbiamo invece porci seriamente la domanda: “Come possiamo ritrovarlo?” . Questo significa ritrovare la strada che ci riconduca al Cuore.
La Parola di Gesù è rivolta a questo nostro tempo, al nostro oggi, con tutta la sua affascinante provocazione. Il primo passo per ritrovare il Cuore è accogliere le provocazioni di Dio.
Ecco la più grande delle sue provocazioni: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Matteo 5,7). E’ la quinta beatitudine del Vangelo. Quella di cui c’è un immenso bisogno oggi. La misericordia rimette in movimento il cuore, lo riapre alla vita e diventa il centro di irraggiamento dell’Amore.
Lo indica la stessa parola che nella lingua latina appare nella sua evidenza: miseris-cor-dare, donare il cuore ai miseri, ai bisognosi. La misericordia ci fà ritrovare il cuore smarrito nelle vie buie dell’egoismo e delle passioni.
Miseri, bisognosi, poveri oggi nel mondo ce ne sono tantissimi. Li ha prodotti l’egoismo dei potenti e l’indifferenza di molti.
Il mondo soffre per mancanza di Cuore! Gesù proclama felici e quindi beati coloro che apriranno i loro cuore a coloro che hanno bisogno di un po’ di calore umano e di maggiore attenzione.
Ascoltare la Parola che ci richiama la misericordia è già un andare alla ricerca del Cuore perduto.
C’è ancora chi sà veramente amare fino in fondo e senza riserve senza pensare a sè stesso? Se c’è, costui ha ritrovato il suo Cuore.
C’è chi sa condividere? Se c’è, costui ha ritrovato la via che conduce al Cuore.
C’è chi sa consolare, dimenticando magari la propria sofferenza? Se c’è costui, egli ha ritrovato lo spazio del suo Cuore.
C’è chi sà donare anche la vita pur di salvare quella dell’altro? Costui, se c’è, ha trovato l’orizzonte nuovo che dona ossigeno al suo Cuore ritrovato.
Cuore! Sì, è vero, questa parola ricorre, usatissima, nel comune linguaggio delle canzonette amorose (fà rima con amore!), nei tanti modi di dire, parola pronunciata senza impegno.
Ma che cosa è la misericordia? Che cosa significa quest’unica via che ci fà ritrovare il Cuore smarrito?
Bisognerebbe saper leggere la Storia della Salvezza, la Storia della Rivelazione di Dio, per conoscerla. Essa infatti è un attributo proprio ed esclusivo di Dio. Indica la sua propensione verso i deboli, gli afflitti, i poveri, gli ammalati, i peccatori.
Per ritrovare il Cuore bisogna conoscere il Volto di questo Dio che si è reso visibile nel Suo Figlio, il Signore Gesù. E’ un volto i cui occhi sono sempre rivolti verso i suoi figli, come nella parabola del Padre misericordioso raccontataci da Luca (Luca, 15,11 e seg.).
Il vocabolario ebraico dell’Antico Testamento ha, a tal riguardo, una grande ricchezza semantica. Il termine più indubbiamente significativo è rahamim che alla lettera stà ad indicare le viscere materne: esprime quindi una profonda componente di tenerezza e che trova la sua massima espressione nella compassione, cioè quel moto del cuore che si commuove fino a farsi compartecipe della sofferenza dell’altro.
Il Vangelo ci mostra il Volto della tenerezza di Dio: è Gesù, il sommo sacerdote misericordioso (Ebrei, 2,17). Egli spalanca il cuore di tenerezza ai miseri che gli gridano: Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi!” . Il Cuore trafitto di Gesù sulla Croce diventa il simbolo ed il segno di un amore fatto di compassione, un cuore aperto per accogliere.
Ecco il Cuore perduto che questa umanità deve poter ritrovare. Questo Cuore deve diventare il nostro Cuore. Ecco: si è smarrito il cuore perché non si riesce più a contemplare il Cuore, voglio dire il Cuore di Dio il quale ha travasato le sue ricchezze nel Cuore del Figlio perché giungessero fino a noi.
Quel Cuore è stato bandito dalla storia: forse perché troppo intransigente? Forse perché troppo inquietante? Forse perché ci chiede un amore “scomodo”? Oppure perché è troppo ingombrante per i sempre più vivi interessi personalistici? O forse perché, infine, quel Cuore ci perseguita e chiede di essere accolto per diventare “nostro” a tal punto che proviamo paura di mettere da parte i nostri egoismi più radicati?
Eppure senza quel Cuore non si può ricostruire la vita, una storia, una civiltà, una cultura dell’Amore. Senza quel Cuore non ci potrà mai essere pace né sociale, né tantomeno pace interiore.
La misericordia è il termometro della perfezione evangelica e tutti saremo giudicati in base ad essa.
La misericordia è la via regale che ci riconduce al ritrovamento del cuore perduto. Essa è la medicina che guarisce tutte le cardiopatie spirituali che ci portiamo appresso. Essa cura le nostre sclerosi cardiache e alla fine ci dona un cuore nuovo, un cuore di carne capace finalmente di amare e di creare vita!
Qui e non altrove ci sono le radici per costruire una civiltà ed una cultura nuova secondo il disegno del Padre.
E qui si innesca il mio sogno che, credo, sia anche il sogno di Dio.
Sogno comunità cristiane povere e senza orpelli ed apparati, dove non ci sia altra preoccupazione che la fedeltà al Vangelo e ai poveri.
Sogno comunità cristiane vicine, prossime all’uomo, ad ogni uomo, che sappiano raccogliere, come perle preziose, le gioie e le speranze, i dolori e le angosce di ogni
persona che passa loro accanto e che magari non conoscono.
Sogno comunità cristiane aperte alle attese e alle speranze dell’umanità.
Sogno comunità cristiane che sappiano vivere nella provvisorietà, poiché passa la figura di questo mondo, e a motivo di questo sanno dare stabilità al mondo che attende la pace e la giustizia vera.
Sogno comunità cristiane che sappiano bandire, come una cosa obbrobriosa, ogni senso di potere e di rivalità, per poter servire il povero e l’ultimo.
Sogno infine una comunità cristiana che abbia “Cuore”, quello di Dio: nascosto, ma attento a tutti i bisogni di ogni fratello o sorella.
Signore Gesù, per la tua santa Croce vittoriosa, per il tuo Cuore trafitto dalla lancia, aiutaci a ritrovare in te il nostro cuore e con esso ad amare senza confini. Amen. FONTE

lunedì 22 marzo 2010

Il Forum della Vigna

Carissimi, oggi vi scrivo poche righe per presentare e spiegare questo nuovo strumento che abbiamo inserito nella Vigna del Signore.
Come saprete, questa Vigna nasce come Comunità: e quale Comunità si forma se non vi è dialogo? Allora, abbiamo deciso di costruire uno spazio dove poter discutere, parlare, anche solo salutare: quello che ci importa è il dialogo. Quindi qualsiasi cosa può essere scritta nel forum e chiunque può parteciparvi, che sia  Operaio della Vigna oppure un visitatore o un curioso. Basta una semplice registrazione che potrete effettuare direttamente cliccando qui.

Questo spazio all'interno della Vigna del Signore lo consideriamo molto prezioso perciò se vorrete anche voi collaborare alla nascita della Vigna, sarete i benvenuti. Quello che conta è crescere insieme come le vere Comunità cristiane formatesi negli anni immediatamente successivi alle vicende di Gesù. Stiamo già dando aiuto e questo per noi è già un premio per i nostri sforzi, ma ripeto più siamo e meglio è!

Detto questo,  vi ringrazio anticipatamente e vi do appuntamento nel Forum della Vigna del Signore!

venerdì 19 marzo 2010

Solennità di San Giuseppe (Udienza del nostro amato Santo Padre Giovanni Paolo II)

 

 S. GIUSEPPE, Sposo della B.V.M. (solennità)

San Giuseppe, Sposo della B.V.M.

Patrono della Chiesa universale
(solennità)

Udienza Generale del Servo di Dio Giovanni Paolo II

(Mercoledì, 19 marzo 2003)

1. Celebriamo quest’oggi la solennità di San Giuseppe, Sposo di Maria (Mt 1,24; Lc 1,27). La liturgia ce lo addita come "padre" di Gesù (Lc 2,27.33.41.43.48), pronto a realizzare i disegni divini, anche quando sfuggono all’umana comprensione. Attraverso di lui, "figlio di David" (Mt 1,20; Lc 1,27), si sono compiute le Scritture e il Verbo Eterno si è fatto uomo, per opera dello Spirito Santo, nel seno della Vergine Maria. San Giuseppe viene definito nel Vangelo "uomo giusto" (Mt 1,19), ed è per tutti i credenti modello di vita nella fede.



2. La parola "giusto" evoca la sua rettitudine morale, il sincero attaccamento alla pratica della legge e l’atteggiamento di totale apertura alla volontà del Padre celeste. Anche nei momenti difficili e talora drammatici, l’umile carpentiere di Nazaret mai arroga per sé il diritto di porre in discussione il progetto di Dio. Attende la chiamata dall’Alto e in silenzio rispetta il mistero, lasciandosi guidare dal Signore. Una volta ricevuto il compito, lo esegue con docile responsabilità: ascolta sollecitamente l’angelo quando si tratta di prendere come sposa la Vergine di Nazareth (cfr  Mt 1, 18-25), nella fuga in Egitto (cfr Mt 2, 13-15) e nel ritorno in Israele (cfr ibid. 2, 19-23). In pochi ma significativi tratti gli evangelisti lo descrivono come custode premuroso di Gesù, sposo attento e fedele, che esercita l’autorità familiare in un costante atteggiamento di servizio. Null’altro di lui ci raccontano le Sacre Scritture, ma in questo silenzio è racchiuso lo stile stesso della sua missione: una esistenza vissuta nel grigiore della quotidianità, ma con una sicura fede nella Provvidenza.



3. Ogni giorno San Giuseppe dovette provvedere alle necessità della famiglia con il duro lavoro manuale. Per questo giustamente la Chiesa lo addita come patrono dei lavoratori.

L'odierna solennità costituisce pertanto un'occasione propizia per riflettere anche sull’importanza del lavoro nell’esistenza dell'uomo, nella famiglia e nella comunità.

L’uomo è soggetto e protagonista del lavoro e, alla luce di questa verità, si può ben percepire il nesso fondamentale esistente tra persona, lavoro e società. L’attività umana - ricorda il Concilio Vaticano II - deriva dall’uomo ed è ordinata all’uomo. Secondo il disegno e la volontà di Dio, essa deve servire al vero bene dell’umanità e permettere "all'uomo come singolo o come membro della società di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione" (cfr Gaudium et spes, 35).

Per portare a compimento questo compito, va coltivata una "provata spiritualità del lavoro umano" ancorata, con salde radici, al "Vangelo del lavoro" e i credenti sono chiamati a proclamare e testimoniare il significato cristiano del lavoro nelle loro diverse attività occupazionali (cfr Laborem exercens, 26).



4. San Giuseppe, santo così grande e così umile, sia esempio a cui i lavoratori cristiani si ispirano, invocandolo in ogni circostanza. Al provvido custode della Santa Famiglia di Nazaret vorrei quest’oggi affidare i giovani che si preparano alla futura professione, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi delle ristrettezze occupazionali, le famiglie e l’intero mondo del lavoro con le attese e le sfide, i problemi e le prospettive che lo contrassegnano.

San Giuseppe, patrono universale della Chiesa, vegli sull’intera Comunità ecclesiale e, uomo di pace qual’era, ottenga per l’intera umanità, specialmente per i popoli minacciati dalla guerra, il prezioso dono della concordia e della pace.  © Copyright 2003 - Libreria Editrice Vaticana



Sotto la protezione di S. Giuseppe si sono posti Ordini e Congregazioni religiose, associazioni e pie unioni, sacerdoti e laici, dotti e ignoranti. Forse non tutti sanno che Papa Giovanni XXIII, di recente fatto Beato, nel salire al soglio pontificio aveva accarezzato l’idea di farsi chiamare Giuseppe, tanta era la devozione che lo legava al santo falegname di Nazareth. Nessun pontefice aveva mai scelto questo nome, che in verità non appartiene alla tradizione della Chiesa, ma il “papa buono” si sarebbe fatto chiamare volentieri Giuseppe I, se fosse stato possibile, proprio in virtù della profonda venerazione che nutriva per questo grande Santo.



“Qualunque grazia si domanda a S. Giuseppe verrà certamente concessa, chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada”,  sosteneva S. Teresa d'Avila. “Io presi per mio avvocato e patrono il glorioso S. Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi, in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima. Ho visto che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare...”( cfr. cap. VI dell’Autobiografia).



Difficile dubitarne, se pensiamo che fra tutti i santi l'umile falegname di Nazareth è quello più vicino a Gesù e Maria: lo fu sulla terra, a maggior ragione lo è in cielo. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II confessò di pregarlo ogni giorno. Additandolo alla devozione del popolo cristiano, in suo onore nel 1989 scrisse l'Esortazione apostolica Redemptoris Custos (15 agosto 1989) - di cui si consiglia, con un semplice clic sul link, la lettura a quanti volessero approfondire le proprie conoscenze su S. Giuseppe - aggiungendo il proprio nome ad una lunga lista di devoti suoi predecessori: il Beato Pio IX, S. Pio X, Pio XII, il Beato Giovanni XXIII, il Servo di Dio Paolo VI.



Significato del nome Giuseppe : “aggiunto [in famiglia]” (ebraico).

martedì 16 marzo 2010

La Chiesa sotto attacco

Oggi la Vigna ha affrontato il tema del Volto di Manoppello, un altro segno della presenza di Cristo, una reliquia della Sua Passione. Ma mi sento in dovere di intervenire oggi, discostandomi da questo argomento così bello e profondo, perchè sento una minaccia concretizzarsi verso la Chiesa e di conseguenza, verso tutti noi che crediamo e che serviamo Gesù e il Padre. 


Il motivo per cui ne parlo è che io temo che se si mina la fiducia nella Chiesa, ogni cosa che diciamo possa esser presa per fasulla, incluso il Volto di Manoppello. Non ci vorrà molto perchè si cominci a dichiarare che la Chiesa in realtà è fatta di uomini che hanno secondi fini e che dicono falsità. Enza ci ha parlato di un episodio di un ragazzo a cui la madre ha detto di porre attenzione nei confronti del sacerdote perchè sono tutti uguali. Questa generalizzazione oltre ad essere iniqua e soprattutto pericolosa perchè sappiamo di come la generalizzazione possa minarel'intera credibilità del mondo cattolico. Infatti, se ci vengono a mancare le fondamenta sotto i piedi, il castello rischia di crollare. E non lo dico per chi è già credente e ha già sperimentato l'Amore di Dio. Lo dico per chi, ancora è alla ricerca di Dio o perchè agnostico o perchè nel dubbio. E ci impedisce anche di portare anime disperse nel gregge di Gesù.


Lo spettacolo a cui stiamo assistendo è molto brutto perchè si cerca anche di tirare in ballo, ad ogni costo, il nostro Santo Padre nella vicenda. C'è già chi sta buttando fango sul nome di Giovanni Paolo II ed ora si sta muovendo per abbattere anche il nome di Benedetto XVI. Noi sappiamo che il peccato o meglio l'abuso di alcuni uomini di Chiesa è stato vergognoso, ma la colpa di quegli uomini non può ricadere su tutta la Chiesa e soprattutto non può andare a colpire indistintamente tutti i sacerdoti perchè il loro compito sarebbe reso estremamente difficile e molte anime sarebbero lasciate in balia delle tenebre. Questo perchè la Chiesa è fondamentale perchè avvicina la nostra anima a Cristo;  anzi tramite l'Eucaristia noi diveniamo una cosa sola con Cristo perchè ci nutriamo di Lui. E nella confessione, la nostra anima riesce a trovare il perdono di cui necessita e l'aiuto di cui ha bisogno: proprio in questi giorni, una nostra sorella ha chiesto aiuto e si è sentita finalmente libera solo dopo l'incontro con il sacerdote. Se dunque noi miniamo il rapporto di fiducia che ci lega al sacerdote e non ci fidiamo più di lui, non potremmo più ricevere aiuto e chi è nel dubbio rischia di perdersi ancora di più.


Non si esagera se si dice che questo è uno degli attacchi più devastanti che la Chiesa abbia mai subito, soprattutto a causa di una campagna mediatica molto spietata, quasi come se la colpa di quanto accaduto sia del Vaticano che invece, ha imposto tolleranza zero. Tutto ciò mi fa pensare, e molti uomini di Chiesa lo stanno confermando, che dietro tutto questo stia agendo satana perchè sta lanciando la sua offensiva contro il popolo di Dio. Noi stessi notiamo un atteggiamento a volte aggressivo, a volte repressivo e altre volte di diffidenza nei nostri stessi confronti e la povera Enza ne sa qualcosa. L'ateo che prima diceva che Dio non esisteva, ora pretende che anche gli altri non credano in Dio. L'agnostico che voleva libertà di religione ora vuole che i credenti non credano. E molte volte siamo bersagli di insulti e di bestemmie. Quest'imbarbarimento è recente e sta aumentando la sua portata. Ecco perchè anche io comincio a pensare che satana stia agendo contro di noi in maniera devastante. Proprio per questo, dobbiamo pregare ancora di più e restare tutti uniti perchè la divisione facilita la caduta. La Vigna del Signore ha lanciato un iniziativa su Facebook: preghiamo per tutti coloro che sono lontani da Dio, perché possa ciascuno di loro scorgere la presenza di Cristo nei loro cuori, presenza che dissipa le tenebre e nutre con la luce del Suo Santo Spirito il cuore assetato di Dio. Se volete partecipare, l'indirizzo è questo: http://www.facebook.com/event.php?eid=388712134574

Per ora è tutto, ma ricordate che la Chiesa di Gesù Cristo siamo innanzitutto noi! 

domenica 14 marzo 2010

L'amore del parroco per i bambini

In questi giorni, non si fa altro che parlare di preti pedofili, egenralizzando quei pochi casi che sono accaduti. E' brutto sentire una madre dire al proprio figlio di stare attenti perchè sono tutti uguali. E' una generalizzazione pericolosa perchè si perde fiducia in coloro ci dovrebbero guidare e il tutto a causa di qualche mela marcia che, purtroppo, vi è ovunque. Satana ha trovato il modo per minare la nostra roccaforte e l'ha fatto colpendo dall'interno; provo dispiacere che i preti giusti e veri, si trovino oggi circondati da diffidenza e mal visione a causa di tutto questo.

Ecco perchè oggi sono qui per parlare di un fatto positivo accaduto nella mia parrocchia questa mattina. Il mio parroco, in mancanza di chierichetti, ha "pescato" due bambini di circa dieci anni e li ha condotti con lui sull'altare. Io ero lì presente, proprio sull'altare perchè dovevo leggere il Salmo Responsoriale. E' stata una scena molto bella perchè il mio parroco si è preso cura di questi bambini, insegnando loro cosa fare in maniera pura e gentile e non sono mancati neanche vari sorrisi quando vedevamo i bambini non capire cosa fare. Io mi sono emozionato molto nel vedere questo quadretto che definirei quasi familiare e che ha denotato la bontà del mio parroco e la bellezza di portare i bambini dinanzi a Cristo. Poi, all'atto della stretta della mano come segno di pace, è stato ancora più bello e ci siamo tutti stretti la mano tra sorrisi e gioia. E' stato bello avere con noi sull'altare quei due bambini e ripeto, il comportamento del mio parroco mi ha colpito profondamente. 

Questo è l'esempio che io porto a difesa dei parroci che ingiustamente oggi si ritrovano sotto accusa, visti con diffidenza e presi anche a male parole. E' brutto quando si perde fiducia verso un uomo di Dio come un prete ed è altrettanto brutto vedere i genitori mettere in guardia i loro bambini dall'avvicinarsi al parroco. Io spero che questa situazione si possa risolvere al più presto e che queste mele marce che non sono parroci, ma uomini senza Dio che indossano l'abito esteriormente, ma che hanno la blasfemia interiormente, possano mai più vedersi all'interno della Chiesa di Cristo. Perchè la Chiesa di Cristo è purezza e amore e i bambini sono chiamati da Gesù a gran voce!

venerdì 12 marzo 2010

Il Santo Padre: "Il celibato dei sacerdoti è sacro"

In questi giorni, abbiamo parlato in varie parti della castità e del caso pedofilia che ha colpito la Chiesa (alcuni uomini, è bene specificare che non la Chiesa è maligna, ma gli uomini). Diamo ora spazio alle parole del Santo Padre Benedetto XVI che ha affrontato proprio questi temi:

DISCORSO DEL SANTO PADRE


Signori Cardinali,


Cari confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,

Gentili convenuti,

sono lieto di incontrarvi in questa particolare occasione e vi saluto tutti con affetto. Rivolgo un particolare pensiero al Cardinale Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero, e lo ringrazio per le parole che mi ha rivolto. La mia gratitudine va all’intero Dicastero, per l’impegno con cui coordina le molteplici iniziative dell’Anno Sacerdotale, tra le quali questo Convegno Teologico, dal tema: "Fedeltà di Cristo, Fedeltà del Sacerdote". Mi rallegro per questa iniziativa che vede la presenza di più di 50 Vescovi e di oltre 500 sacerdoti, molti dei quali responsabili nazionali o diocesani del Clero e della formazione permanente. La vostra attenzione ai temi riguardanti il Sacerdozio ministeriale è uno dei frutti di questo speciale Anno, che ho voluto indire proprio per "promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi" (Lettera per l’indizione dell’Anno Sacerdotale).

Il tema dell’identità sacerdotale, oggetto della vostra prima giornata di studio è determinante per l’esercizio del sacerdozio ministeriale nel presente e nel futuro. In un’epoca come la nostra, così "policentrica" ed incline a sfumare ogni tipo di concezione identitaria, da molti ritenuta contraria alla libertà e alla democrazia, è importante avere ben chiara la peculiarità teologica del Ministero ordinato per non cedere alla tentazione di ridurlo alle categorie culturali dominanti. In un contesto di diffusa secolarizzazione, che esclude progressivamente Dio dalla sfera pubblica, e, tendenzialmente, anche dalla coscienza sociale condivisa, spesso il sacerdote appare "estraneo" al sentire comune, proprio per gli aspetti più fondamentali del suo ministero, come quelli di essere uomo del sacro, sottratto al mondo per intercedere a favore del mondo, costituito, in tale missione, da Dio e non dagli uomini (cfr Eb 5,1). Per tale motivo è importante superare pericolosi riduzionismi, che, nei decenni passati, utilizzando categorie più funzionalistiche che ontologiche, hanno presentato il sacerdote quasi come un "operatore sociale", rischiando di tradire lo stesso Sacerdozio di Cristo. Come si rivela sempre più urgente l’ermeneutica della continuità per comprendere in modo adeguato i testi del Concilio Ecumenico Vaticano II, analogamente appare necessaria un’ermeneutica che potremmo definire "della continuità sacerdotale", la quale, partendo da Gesù di Nazaret, Signore e Cristo, e passando attraverso i duemila anni della storia di grandezza e di santità, di cultura e di pietà, che il Sacerdozio ha scritto nel mondo, giunga fino ai nostri giorni.

Cari fratelli sacerdoti, nel tempo in cui viviamo è particolarmente importante che la chiamata a partecipare all’unico Sacerdozio di Cristo nel Ministero ordinato fiorisca nel "carisma della profezia": c’è grande bisogno di sacerdoti che parlino di Dio al mondo e che presentino a Dio il mondo; uomini non soggetti ad effimere mode culturali, ma capaci di vivere autenticamente quella libertà che solo la certezza dell’appartenenza a Dio è in grado di donare. Come il vostro Convegno ha ben sottolineato, oggi la profezia più necessaria è quella della fedeltà, che partendo dalla Fedeltà di Cristo all’umanità, attraverso la Chiesa ed il Sacerdozio ministeriale, conduca a vivere il proprio sacerdozio nella totale adesione a Cristo e alla Chiesa. Infatti, il sacerdote non appartiene più a se stesso, ma, per il sigillo sacramentale ricevuto (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, nn.1563; 1582), è "proprietà" di Dio. Questo suo "essere di un Altro" deve diventare riconoscibile da tutti, attraverso una limpida testimonianza.

Nel modo di pensare, di parlare, di giudicare i fatti del mondo, di servire e amare, di relazionarsi con le persone, anche nell’abito, il sacerdote deve trarre forza profetica dalla sua appartenenza sacramentale, dal suo essere profondo. Di conseguenza, deve porre ogni cura nel sottrarsi alla mentalità dominante, che tende ad associare il valore del ministro non al suo essere, ma alla sua funzione, misconoscendo, così, l’opera di Dio, che incide nell’identità profonda della persona del sacerdote, configurandolo a Sé in modo definitivo (cfr ibid., n.1583).

L’orizzonte dell’appartenenza ontologica a Dio costituisce, inoltre, la giusta cornice per comprendere e riaffermare, anche ai nostri giorni, il valore del sacro celibato, che nella Chiesa latina è un carisma richiesto per l’Ordine sacro (cfr Presbyterorum Ordinis, 16) ed è tenuto in grandissima considerazione nelle Chiese Orientali (cfr CCEO, can. 373). Esso è autentica profezia del Regno, segno della consacrazione con cuore indiviso al Signore e alle "cose del Signore" (1Cor 7,32), espressione del dono di sé a Dio e agli altri (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1579).

Quella del sacerdote è, pertanto, un’altissima vocazione, che rimane un grande Mistero anche per quanti l’abbiamo ricevuta in dono. I nostri limiti e le nostre debolezze devono indurci a vivere e a custodire con profonda fede tale dono prezioso, con il quale Cristo ci ha configurati a Sé, rendendoci partecipi della Sua Missione salvifica. Infatti, la comprensione del Sacerdozio ministeriale è legata alla fede e domanda, in modo sempre più forte, una radicale continuità tra la formazione seminaristica e quella permanente. La vita profetica, senza compromessi, con la quale serviremo Dio e il mondo, annunciando il Vangelo e celebrando i Sacramenti, favorirà l’avvento del Regno già presente e la crescita del Popolo di Dio nella fede.

Carissimi sacerdoti, gli uomini e le donne del nostro tempo ci chiedono soltanto di essere fino in fondo sacerdoti e nient’altro. I fedeli laici troveranno in tante altre persone ciò di cui umanamente hanno bisogno, ma solo nel sacerdote potranno trovare quella Parola di Dio che deve essere sempre sulle sue labbra (cfr Presbyterorum Ordinis, 4); la Misericordia del Padre, abbondantemente e gratuitamente elargita nel Sacramento della Riconciliazione; il Pane di Vita nuova, "vero cibo dato agli uomini" (cfr Inno dell’Ufficio nella Solennità del Corpus Domini del Rito romano). Chiediamo a Dio, per intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giovanni Maria Vianney, di poterLo ringraziare ogni giorno per il grande dono della vocazione e di vivere con piena e gioiosa fedeltà il nostro Sacerdozio. Grazie a tutti per questo incontro! Ben volentieri imparto a ciascuno la Benedizione Apostolica.

FONTE

giovedì 11 marzo 2010

Riflettendo sulla castità...

Qualche tempo fa, pensavo che la castità fosse un supplizio ingiustamente sopportato dagli uomini che volevano diventare preti a causa del giogo imposto dalla Chiesa Cattolica. 

Oggi, posso dire che mi sbagliavo e anche di molto. Da quando mi sono convertito di cuore, l'esigenza e il richiamo sessuale sono andati scemando giorno dopo giorno al punto che ho quasi abbandonato persino l'idea di fidanzarmi o di cercare una ragazza. Il fatto è che mi sento libero: è come se Gesù mi avesse liberato da un peso enorme che mi tenevo legato peggio di un mulo. E ora comincio a capire la purezza, la verginità come dono e non come peso o problema da risolvere. Ora che sono in questo stato così leggero e libero, riesco a capire come il fatto che l'uomo dipende dal sesso in tutte le sue forme, sia una grande bugia. Il sesso è un istinto che può essere benissimo controllato e di cui si può fare a meno. 

Ecco perchè mi addolora ora conoscere il pensiero dei giovani e dei giovanissimi di oggi che pensano che tutto giri intorno al sesso. Come Enza ci ha anticipato nel suo spazio, ora hanno addirrittura installato un distributore di preservativi all'interno della scuola: questo aggrava, o meglio potenzia il credo dei giovanissimi che ormai si renderanno conto di come davvero il mondo ruoti solo intorno al sesso. E questo è gravissimo così come è gravissimo che un luogo di educazione e trasformazione si stia pian piano trasfromando in un luogo di diseducazione e malformazione. In effetti, se ad oggi avessi un figlio, non so cosa proverei nel lasciarlo andare nella scuola come si sta evolvendo oggi. Non esagero se dico che la scuola sta divenendo quasi un luogo di anticulto, un luogo di abbandono della religione e di abbandono di Dio: quasi una scuola non laica, ma atea che alleva gli studenti nella cultura dell'ateismo. Ma questo sarà oggetto di un prossimo discorso...

Tornando al topic, ripeto ora che ho sperimentato la purezza e la castità sono sempre più convinto che l'uomo non sia per niente sesso-dipendente, ma che gli piaccia esserlo: è l'uomo che vuole cedere alle passioni perchè le trova troppo belle e lussuriose da poter lasciare. Ma non si può dire che è nella natura umana il doversi unire con le ragazze per divertimento o per sfogo. Certo, all'interno del matrimonio esso è vivo e necessario perchè dono della vita: ma ciò all'interno di un unione. 

Dico queste cose perchè un monsignore ha approfittato della recente questione pedofilia nella Chiesa per lanciare accuse al sistema e alla castità: assolvendo, a mio modo di vedere, i responsabili, scaricando le colpe sulla castità. Che la castità può portare alla perversione? O non è il contrario e cioè la lussuria che porta alla perversione? Se un uomo di Dio crede che l'uomo abbia bisogno del sesso, già mina di per sé la sua fede: perchè chi crede in Dio sa che Egli è il Centro della nostra vita e non viceversa. E non si può giustificare un orrore come la pedofilia con l'astinenza e la castità: è assurdo il solo pensarci perchè la pedofilia non è solo una caduta, ma è un orrore perchè vittime sono dei bambini innocenti che si fidano dei loro preti e di chi li circonda perchè loro sono inclini a fidarsi del prossimo: è un uomo che si profitta della loro innocenza e ingenuità non può essere giustificato in alcun modo, nemmeno con l'abito che indossa o con uno stato di vita. Spero che tale uomo di Dio sappia ciò che dice perchè io penso che la castità sia uno dei valori che più di tanti legano a Dio: vedasi Maria Madre di Dio oppure i Santi come Francesco d'Assisi. 


lunedì 8 marzo 2010

La festa della donna

Oggi, 8 Marzo, si celebra la cosidetta festa della donna. I miei migliori auguri vanno ovviamente a tutte le donne. 

Abbiamo visto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlare questa mattina del progresso e dell'evoluzione della donna in questi cento anni. Però, le cose seppur cambiate, non sono del tutto migliorate perchè la donna è ancora vista come un oggetto.

Mi spiego meglio: accendendo la televisione noi vediamo quasi sempre delle donne, delle ragazze vestite praticamente a metà. Perchè sono lì? Qual è il loro lavoro? Farsi vedere e attirare pubblico. Non è questo vedere una donna come un oggetto? 
Oppure, sempre in televisione, vediamo molte pubblicità di donne seminude e in posizioni ammiccanti: non è questo considerare la donna come un oggetto?

Ancora oggi le donne sono vittime della nostra violenza maschile e della nostra lussuria. Per soddisfare la nostra lussuria e per guadagnare denaro (due fattori che vanno a braccetto: ottimo compromesso tra chi vede e chi guadagna) le donne vengono chiamate e posti in lavori poco dignitosi. 
Si è recentemente parlato di veline pronte ad essere candidate in politica. E una "velina" (termine per me non proprio dignitoso) ha reagito alle critiche dicendo che anche lei ha un cervello e che possiede una laurea. Strano, ma all'uomo non gliene poteva interessare di meno. Ecco la concezione materialistica: la donna "velina" entra nell'immaginario collettivo solo come un oggetto atto a creare piacere: è irrilevante sapere se quella donna ha un cervello o dei sentimenti. 

Ecco, tra tutte le conquiste femminili, quella del velinismo, è la peggiore perchè ha contribuito a far crescere nel mondo la visione oggettivistica della donna. E la colpa è un pò anche delle donne, o meglio delle ragazze, che si prestano a questo schema. La maggior parte delle ragazze, pur di entrare nel mondo dello spettacolo, accetta di buon grado, di presentarsi come velina sfruttando il suo corpo (anche per ottenere lavoro). In quel modo, si contribuisce ad avvalorare la tesi oggettivistica poiché la donna accetta l'idea di usare la sua bellezza e il suo corpo, per ottenere successo (in questo senso, basta vedere i numerosi "calendari" che vengono realizzati)

Invece di usare il proprio corpo per il successo, si poteva usare il cervello per mostrare la propria conoscenza e il proprio talento, perchè certamente ballare seminudi non lo si può definire un talento: e poi diviene normale che si protesti e ci scandalizzi se una velina viene candidata in politica. E questa normalità è sinonimo di una degenerazione della figura femminile, ormai sempre più bambola e oggetto (anche di scambio: basta vedere i recenti scandali politici...)

E a questo fenomeno, unito alla pornografia, si aumenta nell'uomo l'istinto animalesco che lo porta a usare violenza carnale contro le donne. L'uomo sta ormai all'interno di un flusso fatto solo di passioni e lussuria e quindi di sesso-dipendenza che viene alimentato dal modo con cui le ragazze si presentano in televisione o anche semplicemente per strada. E per conferma, basta leggere i poco dignitosi commenti di uomini che vagano su internet (commenti su attrici e persone famose viste non per la bravura, ma per qualcos'altro). 

E se poi qualcuno dice che in realtà le veline non sono lì solo per attirare il pubblico maschile, allora devono anche spiegare il motivo di ballare o presenziare non vestite. QUal è la necessità di svestirsi? Non si può ballare anche vestiti? 

Con questo, vanno fatte le eccezioni di donne che combattono giorno dopo giorno, per ottenere un riconoscimento diverso dalle foto su un giornale: pensiamo a Rita Levi Montalcini che può essere di esempio a tutte le donne di questa generazione. 

Detto questo, i miei migliori auguri alle donne affinché riescano a riprendersi in mano la loro dignità di persone e di figlie di Dio e non vengano viste più come semplici oggetti.

domenica 7 marzo 2010

Lettera aperta a te che mi leggi

Si, sto parlando con te, uomo che stai leggendo. Io non ti conosco, ma so che tu pensi di conoscere Gesù e pensi di conoscere il mistero di Dio. Tu pensi che credere voglia dire andare a Messa la Domenica e fare una preghiera di tanto in tanto. Questo non è credere, ma fare il compitino per casa come uno studente.

Prima della conversione, io ero come te. Pensavo a Gesù come un qualcosa di lontano che davo per scontato. Pensavo che alla fine tutti saremmo andati o in Paradiso oppure saremmo rinati come altri uomini. E non pensavo a ciò che c'era dietro Gesù. Gesù ha risvegliato in me, l'amore. Quell'amore che così poco comprendiamo e che così poco dimostriamo. Gesù è morto sulla Croce per noi: questo lo sanno tutti. Ma fermati e medita su ciò che significa. Tu avresti fatto lo stesso? Gesù, Figlio di Dio, capace di poter fare qualsiasi prodigio, si lascia andare e dona tutto sé stesso per noi. Pensi che non abbia sofferto? Egli ha sofferto e tanto! Ha versato non solo sangue, ma anche lacrime e le ha versate anche per te!

Noi pensiamo a vivere la nostra vita, a come guadagnare più soldi, a come ottenere più ricchezze e proprietà e ci dimentichiamo delle cose importanti e ci dimentichiamo di Gesù. Perchè ci vergogniamo a mostrare la fede? Chiediamoci perchè parlare di Gesù è motivo di imbarazzo. Gesù ci ha donato sé stesso e noi non siamo nemmeno in grado di parlare di Lui. 

Guarda al tuo cuore, guarda a ciò che hai dentro. Guarda all'amore verso i tuoi familiari e sotterra l'ascia di guerra. Litigare è inutile: anzi, ogni cosa fatta non nel nome di Dio è una cosa inutile. E' bellissimo vivere sapendo che Gesù ci ama così tanto! Io oggi ho provato un emozione intensa quando mi sono reso conto che la vita al di fuori di Gesù mi sembrava un incubo. Non posso più fare a meno di Lui e anche volendo, non riuscirei nemmeno a voltargli una spalla. Da quando ho iniziato a nutrirmi di Lui, con l'Eucaristia, Lui è entrato in me realmente. Il mio cuore cambia giorno dopo giorno: ho abbandonato i miei sogni terreni e ora desidero solo poter servire Colui che mi ha amato più di tutti e Colui che mi ha consolato più di tutti. Aspettando il Giorno in cui tornerà dalle nubi. Sì, perchè non temo più la morte perchè ora so che la morte è solo un passaggio per lasciare questo corpo con il suo peccato e per volare tra le braccia di Gesù per sentire il Suo calore e per sentire il Suo amore. Vorrei perdermi nel Suo sguardo e non risvegliarmi più perchè so che il mondo terreno è vuoto e nullo senza di Lui. 

Mi rivolgo a te che credi, ma non credi e mi rivolgo a te che non credi: non sai cosa ti perdi, se solo sapesti quanto Gesù ci ama, allora davvero piangeresti di gioia. L'amore che tu provi per tuo figlio o per tuo padre non è nulla al confronto! E' il bello è che Lui tende la Sua mano a tutti noi. Spetta a noi scegliere se accettarla questa mano o se rifiutarla perchè preferiamo il peccato. Non essere egoista e non pensare solo al tuo piacere perchè c'è più gioia nel donare che nel ricevere. Abbandona i tuoi vizi e questa sera stessa, inizia a pregare Gesù come se stessi parlando con Lui in questo preciso istante: il tuo cuore avrà un sussulto e saprai che la Verità ti ha appena aperto la porta!

venerdì 5 marzo 2010

L'ora della perversione

In questi giorni, sono apparse numerose notizie sui casi di pedofilia, turismo sessuale, pedo-pornografia (l'orrore più grande) e scandali sempre di origine sessuali anche nel campo della politica.

Questo ci porta ad una riflessione: ma siamo uomini o animali? Sembriamo tutti dipendenti dal sesso, quasi ossessionati. In televisione non si parla d'altro e nelle strade idem. E' come se si stesse idolatrando il sesso e lo si stesse elevando a qualcosa di superiore, da adorare. Il che è gravissimo perchè l'idolatria è un peccato gravissimo e perchè l'Unico e Vero Dio è il Padre Celeste. 

L'altro giorno, Enza ha pubblicato un episodio accaduto secoli fa, di un apparizione di Gesù e Maria (vi invito a leggerlo qui). Gesù parla di disgusto per quello che gli uomini stavano facendo. Oggi è anche peggio di allora: quanto grande sarà il disgusto di Gesù nel vederci oggi? Noi schiavi del sesso, dell'autoerotismo, della pornografia, del sesso a pagamento e di tutte le perversione immaginabili. Noi siamo stati chiamati a resistere alle passioni, alle pulsazioni della carne ed invece non solo abbiamo ceduto, ma ci siamo resi conto che è troppo piacevole per non farlo e resistergli. E' un pò come se Adamo ed Eva, dopo aver mangiato la Mela, non si fossero pentiti, ma avessero continuato a cercare e a mangiare nuove mele! E la cosa più brutta è che giustifichiamo il male che compiamo. Per mettere a tacere la nostra coscienza, ci giustifichiamo da soli!

Proprio ora, leggo di due carabinieri indagati perchè avrebbero preteso del sesso per cancellare una multa. Vedete a che livello siamo giunti e quanto in basso siamo caduti? Non abbiamo più dignità né morale e né etica e lo si vede, dando uno sguardo non solo alla tv, ma anche al mondo della politica e ahimé anche della Chiesa. In politica ci sono stati numerosi scandali sessuali, tutti giustificati con il fatto che si tratta di gossip, ma pur sempre di squallore e disgusto stiamo parlando. In Chiesa, si scopre di possibili casi di pedofilia il che è ancora più vergognoso e disgustoso. Un uomo di Dio non può compiere simili scempi e orrori. E per fortuna, stanno uscendo fuori. Ma questo non deve togliere la fede nella Chiesa perchè gli uomini commettono errori, ma la Chiesa è la Casa di Dio, la Chiesa siamo soprattutto noi! 

Purtroppo, la perversione ci sta divorando e miete sempre più vittime, soprattutto perchè ora ne sono vittima i giovanissimi che seguono il momento. Quanti aborti di adolescenti? Quanto in basso è stato portato il dono di Dio del sesso... Una gara tra amiche, una sfida tra ragazzi ed un gioco tra uomini: a questo è stato ridotto il dono dell'amore e della vita oppure ad un modo per ottenere qualcosa in cambio, magari una vita più facile e ricca (di cosa?!)

Allora, cerchiamo di ricordarci il valore di questo dono e combattiamo le nostre passioni per essere figli di Dio degni e per levare quel disgusto dinanzi agli occhi di Nostro Signore Gesù Cristo!



lunedì 1 marzo 2010

Un nuovo dolore: soffriamo insieme

Oggi, tragici eventi, mi portano in questo mio piccolo spazio: come saprete, un devastante terremoto ha colpito il Cile con un bilancio di vittime arrivato già a quota 700. Si fa fatica a ricordarci che quel numero non è una semplice statistica, ma sono uomini, donne e bambini che hanno perso la loro vita. Non ci sono parole che possano descrivere ciò che sta accadendo perchè si rischia di avere un cuore indurito, ormai abituato a queste tragedia. In questi ultimi anni, ne abbiamo visto molte e veramente c'è il rischio che ci si abitui al punto da diventare freddi e insensibili al richiamo di quei Paesi. 

L'unica cosa che mi viene in mente, ora, sono le stesse Parole di Gesù: «Guardate che nessuno vi inganni; [5]molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. [6]Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. [7]Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; [8]ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori.

Forse è davvero iniziato l'inizio dei dolori e non ce ne siamo nemmeno accorti. Ma questo, per ora voglio lasciarlo alle vostre meditazioni. Quello che voglio fare qui è esprimere solidarietà ai cileni e a tutti coloro che oggi stanno soffrendo, come i francesi a causa della tempesta. Possa il Signore Dio stare vicino a loro perchè ne hanno più bisogno di noi: dal nostro canto, noi cerchiamo di pregare per loro, per chi ci ha lasciato e per chi lotta tra la vita e la morte. Dobbiamo essere tutti uniti davvero in un solo Corpo come ci vuole il Signore e dunque, se una parte del Corpo soffre, tutti noi dobbiamo soffrire con quella parte. Dio ci benedica e ci dia la forza per sopportare i dolori e le tragedie.